Mentre erano a cena Gesù prese il pane, e benedisse e lo spezzò e lo
diede ai suoi discepoli e disse: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo.
Girolamo: Dopo aver celebrato la Pasqua figurativa, e avere
mangiato l'agnello con i suoi discepoli, il Signore passa all'istituzione del
sacramento della vera Pasqua, e come Melchisedech, sacerdote del Sommo Dio,
aveva offerto il pane e il vino come sua figura, così anche per presentare la
realtà del suo corpo e del suo sangue dice: Mentre erano a cena.
Agostino: In ciò si vede chiaramente che i discepoli che
ricevettero il corpo e il sangue del Signore, non lo ricevettero da digiuni. Si
potrà forse censurare per questo il rito di tutta la Chiesa per il fatto che si
usa riceverlo sempre a digiuno? Piacque in verità allo Spirito Santo che in
virtù di così grande sacramento il corpo del Signore entrasse nella bocca del
Cristiano prima di qualsiasi altro alimento. Però il Salvatore, volendo
mostrare la sublimità di questo mistero, volle istituirlo alla fine della cena,
imprimendolo così nella memoria e nel cuore dei suoi discepoli dai quali si
congedava, e pertanto non prescrisse in che forma lo si sarebbe dovuto ricevere
nel tempo successivo, lasciando questo all'arbitrio dei suoi discepoli, per
mezzo dei quali doveva essere organizzata la Chiesa.
Agostino: Il Signore costituì il suo corpo e il suo sangue
in quelle cose che in un certo modo risultano dalla congregazione di molti
elementi. Infatti il pane viene formato da molti grani di frumento e il vino da
molti chicchi d'uva; inoltre in ciò il Salvatore ci fece intendere che
conservava il mistero della nostra pace e unione sulla sua propria tavola.
Remigio: E anche opportunamente utilizzò il frutto della
terra facendo intendere che era venuto ad essa per assolverla da quella
maledizione con cui fu maledetta dal peccato del primo uomo. E anche
convenientemente comandò che si offrisse il frutto che produce la terra e
quelli per i quali gli uomini si interessano di più, affinché non cu fosse più
difficoltà nel loro reperimento, e gli uomini potessero offrire a Dio il
sacrificio del lavoro delle loro mani.
Ambrogio: Questo pane, prima delle parole della
consacrazione, è pane comune, ma quando viene consacrato si converte nella
carne di Cristo; e la consacrazione in quali parole consiste, e in quali
preghiere, se non in quelle di Gesù nostro Dio? Se infatti c'è tanta forza
nella sua parola da far sì che cominci a esistere ciò che prima non c'era, con
quanta più facilità farà sì che cose che già esistono si trasformino in altre?
Se la parola celeste è efficace in altre cose, non lo sarà nei misteri
spirituali? Dunque il pane si trasforma nel corpo di Cristo e il vino nel suo
sangue per mezzo della parola divina. Chiedi il modo? Sta attento. È
consuetudine che un uomo non venga generato se non dall'unione dl un uomo e di
una donna; però, volendolo il Signore, Cristo nacque da una Vergine per opera
dello Spirito Santo.
Agostino: Il Signore invita i suoi servi per prepararli a
mangiare se stesso. Ma chi si azzarderebbe
a mangiare il suo Signore? In verità, quando lo si mangia rinforza, e non
debilita; viene mangiato poiché risuscitò dopo la morte, e quando lo mangiamo
non lo dividiamo, eppure nel sacramento ciò avviene. Ciascuno riceve la sua
parte e tuttavia egli rimane intero, tutto nel cielo, e tutto nel nostro cuore.
Tutte queste cose sono dette sacramenti poiché alcune si vedono, e altre si
credono. Ciò che si vede ha carattere corporale, ciò che si intende ha un
frutto spirituale.
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