Il ruolo che ha avuto Maria sin
dai primi anni della vita della chiesa ha spinto le prime comunità cristiane ad
essere molto legate alla persona della madre di Gesù Uomo e Dio, perciò hanno
cominciato ad elaborare inni di richieste e di ringraziamento, e canti di lode
per il suo ruolo cooperativo nell'opera salvifica del Figlio redentore. E divenne presto il modello di condotta di
ogni cristiano che voleva eseguire la sequela di Cristo come l'ha seguito
Maria, e ad ascoltare la sua chiamata come ha fatto, e ha portarlo e darlo per il
mondo come ella ha fatto.
I padri della Chiesa furono i
primi a capire l'importanza del ruolo di Maria, e quindi la loro venerazione
verso questa persona unica oltrepassava i limiti della devozione o della pietà
religiosa concentrata nella sola persona di Maria. I padri non hanno staccato il mistero di
Maria dal Mistero del Figlio, perché in Lui Maria fu tutto, e fuori di Lui ella
non era niente: «IL plasmatore dei
fanciulli ella porta, il fattore del genere umano ella partorisce» , «La
Vergine Maria dà il latte a colui che nutrisce il genere umano» . Mai il mistero di Maria fu visto in una
entità dipendente o parallela al mistero di Cristo, ma ella era «La porta
regale del Tempio» da cui dio entrò la
nostra miserabile storia, Maria era il mezzo con il quale la divinità incontrò
la nostra umanità affinché la salvezza si adempisse per l'uomo e per tutto
l'universo.
I Padri della Chiesa Universale
hanno sempre conservato intatto questo legame fondamentale ed essenziale tra il
mistero della Madre e quello del Figlio, testimoniando l'importanza del ruolo
di Maria nell'opera salvifica del Figlio.
L'Oriente cristiano era sempre
molto legato alla Sempre Vergine Maria Madre di Dio, e così, grazie alle opere
mariologiche dei Padri Orientali, troviamo la liturgia di queste chiese piena
di memorie e d'intercezioni mariane.
Tra i primi Padri troviamo S. Efrem
«il sole della chiesa sira e la chitarra dello Spirito Santo», «il cavaliere di
Maria» e «il dottore mariano», che ha meditato il mistero di questa «Piccola
colomba che porta l'Aquila» , sempre alla luce del mistero del Figlio, e perché
non era possibile capire questo mistero che per mezzo dell'amore, e mai con
l'intelletto e la scienza, allora ha scelto di cantare Maria, ed in questi
canti troviamo una teologia ortodossa e autentica che riflette come questa
prima comunità semitica concepiva il mistero e la; persona di Maria. E din'oggi rimane l'influsso immenso del
pensiero di Efrem in tutte le liturgie delle chiese sire, cattolica o
ortodossa, siro orientale oppure occidentale: Maronita, Siriaca, Assira e caldea.
1. Introduzione
2. S. Efrem Siro: Vita ed Opere
3. Fonti degli inni ed autenticità
4. Rapporto tra il mistero di Maria ed il mistero del Suo Figlio
5. Studio scritturale ed esegesi tipologica
5.1. Tipologia mariana nella Sacra Scrittura:
5.2. I tipi di Maria nell'Antico Testamento
5.2.1. Nuova Eva
5.2.2. Il nuovo Eden
5.2.3. Il roveto ardente
5.2.4. La porta del Tempio
5.2.5.L'albero del monte Moria
5.2.6.L'arca dell'alleanza
6. Maria e la divinizzazione:
6.1. Mezzi della divinizzazione
6.1.1 Incarnazione come grazia e contemplazione ascetica come risposta.
6.1.2. Battesimo
6.1.3. Eucaristia
6.2. Ruolo di Maria nella Divinizzazione dell'essere umano
7.
«Wlo' Kūtmōto B'emōkh» (e nessuna macchia nella tua Madre) (Carmina
Nisibena 27:8) potrebbe significare l'Immacolata concezione?
8. Conclusione
9.Bibliografia
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