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domenica 15 marzo 2020

Vandea: l’Insurrezione Cattolica nella Francia Giacobina

di Andrea Congestrì


Nel 1793, durante la Rivoluzione francese, si scatenò, nella terra della Vandea, il primo genocidio di Stato della storia occidentale. Il regime rivoluzionario di Parigi venne imposto con la forza nelle province di Francia ed ebbe in Vandea, la più Cattolica di esse, la reazione più coraggiosa e gloriosa. I Blancs (i vandeani) si contrapposero ai Bleus (i giacobini): uniti a Dio e al Re, i contadini della Vandea, con i loro amati sacerdoti e i loro generali, si distinsero per la strenua difesa contro la dea ragione ed il principio deista dell’essere supremo; perciò, a causa del loro fermissimo Credo e della loro fedeltà monarchica, vennero massacrati. Per odio ideologico perirono, in quell’ecatombe, più di 30 mila abitanti.

Tuttavia di questo evento storico o si è parlato in termini negativi per esaltare i “benefici” della Rivoluzione e del Terrore sanguinario oppure lo si è del tutto omesso dai libri di storia…Il simbolo della controrivoluzione vandeana era un cuore sormontato da una croce rossa su campo bianco a simboleggiare i Sacri Cuori di Gesù e di Maria, ai quali i vandeani erano particolarmente devoti grazie alla predicazione di San Luigi Maria Grignion de Montfort; inoltre tale simbolo richiamava anche lo stemma della Vandea, anch’esso formato da due cuori rossi (quelli di Gesù e Maria) sormontati da una corona che termina con una croce e che rappresentare la regalità di Cristo. Il motto era «Dieu Le Roi» («Dio [è] il Re»).

L’odio per la profonda Fede religiosa dei vandeani fu la ragione principale della spaventosa repressione e delle stragi indiscriminate. Il Terrore si scatenò contro la Fede e contro contadini che volevano continuare a vivere del loro lavoro e dei loro Valori. I primi scontri, iniziati a Cholet, portarono alla sollevazione del 13 Marzo, guidata dai capi popolari Jacques Cathelineau, Gaston Bourdic e Jean-Nicolas Stofflet, a cui si unirono alcuni nobili realisti.In giugno i ribelli, costituitisi in “Armata Cattolica e Reale”, si impossessarono della città di Saumur e di Angers. In pochi giorni 600 paesi della Vandea sono insorti contro le truppe della Repubblica, dando inizio a un tragico periodo di Combattimenti sanguinosi. I contadini devoti al Re combattono una spaventosa guerriglia; si fanno benedire dai Sacerdoti “refrattari” e poi si lanciano con coraggio inaudito contro i soldati della Rivoluzione. 

Di fronte al dilagare della rivolta nelle regioni circostanti, il governo rivoluzionario rispose con estrema durezza decretando la pena di morte per tutti i vandeani sorpresi con le armi in pugno e adottando la tattica della terra bruciata. La controffensiva repubblicana, che sbaragliò i ribelli a Cholet (17 ottobre), poi a Le Mans e a Savenay (Dicembre), costò ai Vandeani 15.000 Morti e fu seguita nel 1794 da feroci ritorsioni sulla popolazione civile, che fomentarono ulteriori manifestazioni di rivolta. La situazione migliorò gradualmente dopo la rivoluzione termidoriana quando nel dicembre del 1794 quando il governo repubblicano liberale annunciò l’Amnistia per gli insorti concedendo ai Vandeani la libertà di culto e l’esenzione della coscrizione obbligatoria. Un nuovo sussulto fu provocato nel giugno del 1795 in seguito allo sbarco di esuli lealisti capeggiati da Francois-Athanase Charette, uno dei leader storici della rivolta presso Quiberon, in Bretagna. Nel tentativo insurrezionale che seguì persero la vita gli ultimi 2 capi popolari della Vandea, e nel luglio 1796 le ultime sacche di resistenza furono eliminate. Alla fine della breve guerra i tribunali rivoluzionari condannarono a morte 5.000 Ribelli.


ONORE AI VALOROSI CUORI VANDEANI!



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