La “Vita e la passione di Gesù Cristo” del 1903 è il primo film in forma di lungometraggio conosciuto nella storia del cinema. Inoltre, i suoi effetti speciali, che oggi sembrano grezzi, erano considerati come i migliori dell’epoca.
È
una delle produzioni più celebri dei primi anni del cinema. Quando
uscì, il film aveva una serie di 18 stampe, negli anni successivi ne
sono state aggiunte fino a 31 nel 1905. È stato utilizzato come
complemento all'evangelizzazione dai missionari in Asia e in Africa per
molti anni.
Il suo ricupero si deve
ad un paziente restauro condotto dagli studenti dell'Istituto d'arte di
Giussano (Milano), sotto l'impulso e la direzione didattica del
professor Attilio Mina e la supervisione di Renzo Salvi, direttore di
RAI Educational.
L'estetica riprende
quella dei presepi di gesso della chiesa parigina di S. Sulpice. Alcuni
episodi copiano quadri famosi, il più riconoscibile è "L'ultima cena" di
Leonardo da Vinci.
Gli episodi con
grande scenografia e numerose comparse sono attribuite al suo
collaboratore Nonguet Lorant-Heilbron disegnò i bozzetti delle scene, ma
non le tele dei fondati.
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