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mercoledì 25 settembre 2019

Matteo, Capitolo 23, Versetti 29-31


Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, che edificate i sepolcri dei profeti e ornate i monumenti dei giusti e dite: Se fossimo esistiti nei giorni dei nostri padri, non saremmo loro complici nel sangue dei profeti. E così testimoniate contro voi stessi che siete figli di coloro che uccisero i profeti.

Girolamo: Con questo opportunissimo sillogismo li riprende come figli di omicidi, mentre essi vivendo in opinione di bontà e di gloria nel popolo, edificano i sepolcri dei profeti che i loro antenati uccisero.

Crisostomo: Non li riprende perché edificano sepolcri, ma vitupera l'intenzione con cui li edificavano: infatti non li innalzavano per onorare la memoria di quelli che morirono, ma arrogandosi la vanagloria della loro morte, e temendo che accadesse che, scorrendo il tempo, una volta distrutti quei sepolcri, sparisse la memoria di una così grande audacia.

Crisostomo: [...] Se si innalzano edifici santi con buoni fini, si potrà dire che si aumenta il numero delle opere buone; se invece si agisce con altri fini, ci sarà spirito di vanagloria. Infatti i martiri non si rallentano quando sono onorati per del danaro della cui privazione i poveri piangono. Infatti i Giudei furono sempre dei cultori dei santi passati, e spregiatori di quelli presenti, anzi, più ancora, persecutori. E così, non potendo resistere ai rimproveri dei loro profeti, li perseguitavano e li uccidevano, e dopo, quando nascevano loro dei figli, che comprendevano i peccati dei loro genitori, come pentendosi della morte dei profeti innocenti, innalzavano mausolei alla loro memoria; però al tempo stesso perseguitavano e uccidevano i profeti dei loro tempi, che riprendevano i loro peccati.

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