Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli.
Agostino:
L’Evangelista Matteo mostra che ha intrapreso a narrare la generazione
di Cristo secondo la carne, poiché inizia con la genealogia di Cristo.
Luca invece, presentandolo piuttosto come sacerdote nell’espiazione dei
peccati, narra le generazioni di Cristo non dall’inizio del suo Vangelo,
ma dal battesimo, dove Giovanni diede testimonianza dicendo (Gv 1,29):
<<Ecco colui che toglie i peccati dal mondo>>. Anche nelle
generazioni di Matteo viene indicato che Cristo Signore ha preso i
nostri peccati, ma nelle generazioni di Luca si indica l’abolizione dei
nostri peccati da parte di lui: per questo Matteo descrive le
generazioni di Cristo discendendo, Luca invece ascendendo. Ora Matteo,
che descrive la generazione umana di Cristo discendendo, ricorda le
generazioni a partire da Abramo.
Anselmo:
Ora, nei singoli Padri bisogna notare non solo la storia, ma anche
l’allegoria e la moralità: l’allegoria in quanto ciascuno dei Padri
prefigura Cristo; la moralità si nota nel fatto che da ciascuno dei
Padri si forma in noi una qualche virtù per il significato dei nomi o
per l’esempio. Abramo dunque in molti luoghi porta la figura di Cristo, e
inoltre nel nome: Abramo infatti viene interpretato come padre di molte
genti, e Cristo è il padre di molti fedeli. Abramo poi uscì dalla sua
famiglia e dimorò in terra straniera; e Cristo, lasciato il popolo
giudaico, uscì verso le genti mediante i suoi predicatori.
Crisostomo [Agostino]: Dunque
l’evangelista Matteo, volendo imprimere nella memoria la generazione
della carne del Signore mediante la serie degli ascendenti, iniziando
dal Padre Abramo dice: Abramo generò Isacco. Perché no ha detto: Ismaele, che ha generato per primo? Segue: Isacco generò Giacobbe. Perché non ha detto: Esaù, che fu il suo primogenito? Perché attraverso di essi non sarebbe potuto giungere a Davide.
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