Tutto ciò avvenne affinché si adempisse ciò che era
stato detto dal Signore mediante il profeta che dice: Ecco, la vergine
avrà nel grembo e partorirà un figlio, e chiameranno il suo nome
Emmanuele, che si interpreta: Dio con noi.
Remigio:
Fu costume dell’Evangelista confermare le cose che dice con l’Antico
Testamento, a motivo dei Giudei che avevano creduto in Cristo, affinché
conoscessero che si erano compiute nella grazia del Vangelo quelle cose
che erano state predette nell’Antico Testamento; e aggiunge: Tutto ciò avvenne. […]
Girolamo:
Poiché viene premesso nel Profeta (Is 7,14): <<Il Signore vi darà
un segno>>, deve essere nuovo e straordinario. Ora, se partorisce
una giovinetta o una fanciulla, come vogliono i Giudei, e non è
vergine, quale segno poteva essere, essendo questo un nome di età e non
di integrità? E’ in realtà in ebraico vergine si dice
<<Bethula>>, termine che non compare in questo luogo nel
Profeta, ma al posto di questa parola venne posto <<Halma>>,
che al di fuori dei Settanta tutti hanno tradotto
<<giovinetta>>. Certamente <<Halma>> ha due
significati presso gli Ebrei: significa infatti sia
<<giovinetta>> sia <<nascosta>>; quindi
<<Halma>> significa non solo fanciulla o vergine, ma vergine
nascosta, e segreta, che non ha mai patito sguardi di uomini, ma è
stata custodita con grande diligenza dai genitori.
Remigio:
[…] Infine con questo vengono designate le due sostanze, della divinità
e dell’umanità, nell’unica persona del Signore nostro Gesù Cristo,
poiché colui che è stato ineffabilmente generato da Dio Padre prima di
tutti i secoli, proprio lui alla fine dei tempi è diventato Emmanuele, cioè Dio con noi dalla Vergine Madre. L’espressione poi Dio con noi può essere intesa in questo modo: è diventato come noi, cioè passibile, mortale e in tutto simile a noi fuorché nel peccato;
ha congiunto nell’unità della persona la sostanza della nostra
fragilità, che ha assunto, con la sostanza della sua divinità.
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