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lunedì 26 giugno 2023

San Pelagio di Cordova

Hermoigio, vescovo della diocesi di Tuy, fatto prigioniero dall’esercito del califfo Abd ar-Rahmàn III an-Nasir nella battaglia di Valdejunquera (estate del 920) e condotto a Cordova, lasciò in ostaggio suo nipote Pelagio ancora molto giovane e di bella presenza. Il califfo, con malvagi propositi, cercò di indurre Pelagio ad apostatare dal Cristianesimo e a farsi musulmano, promettendogli in cambio onori e ricchezze. Ma avendo Pelagio respinto energicamente la proposta, fu torturato e quindi gli furono amputati tutti e quattro gli arti, finché fu decapitato al mattino del 26 giugno 925.
I cristiani ne riscattarono le spoglie, deponendo la testa nella basilica di san Cipriano e il corpo in quella di san Genesio, nel paese di Tercios. Ivi rimasero finché, pochi anni dopo, il corpo fu trasferito prima a Leon, ai tempi del re Sancio il Grasso (955-958; 960-967), e poi a Oviedo, dove ancora oggi è venerato.
Il culto incominciò subito dopo la sua morte ed ebbe grande diffusione soprattutto durante il Medioevo. Pelagio è titolare del seminario della diocesi di Cordova, costruito probabilmente sul luogo del martirio, e nella chiesa a lui dedicata se ne conserva una reliquia insigne portata da Oviedo nell’anno 1762.
La festa è celebrata il 26 giugno.

Questo martire giovinetto, la cui leggenda è così tipicamente spagnola, ha in Spagna una non grande ma interessante iconografia, particolarmente a León, dove un bassorilievo sulla facciata della chiesa di sant'Isidoro (secolo XII) raffigura il suo martirio. Pure nel Museo di León vi è una sua statua, originariamente destinata alla medesima chiesa.

 
Autore:
Rafael Jiménez Pedrajas

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