Paysage de Jabal Kawkab près de Hima. Photo MAFSN |
Chi l'avrebbe mai detto? Croci e nomi di martiri cristiani nel deserto dell'Arabia Saudita. Oltre un chilometro di iscrizioni su roccia, risalenti alla fine del V secolo, in una lingua "nabateo-araba", che è una sorta di aramaico locale. Li ha scoperti la missione archeologica franco-saudita diretta da Frédéric Imbert, docente dell'università di Aix-Marseille, che ha presentato i risultati all'università americana di Beirut.
La carte de l’Arabie saoudite. |
Il luogo del ritrovamento dei simboli e dei nomi graffiti sulle rocce
(definiti da Imbert una "pagina di storia degli arabi e del
cristianesimo") è noto come Bir Hirma o Abar Hima e si trova nella zona
del Jabal Kawkab ("monte della stella") nel sud dell'Arabia Saudita,
emirato di Najran.
Détail d’une inscription nabatéo-arabe de Hima (Arabie). Photo MAFSN |
E questo non sorprende gli storici. Proprio qui furono sterminati i
"martiri di Najran", di cui dà notizia il Libro degli Himairiti.
L'eccidio fu ordinato dal sovrano Yusuf (Dhu Nuwas), usurpatore del
trono himairita.
Fouilles de Najrân |
Ma le persecuzioni erano già iniziate all'epoca del regno di Shurihbil
Yakkuf, che governò il sud dell'attuale Arabia dal 470 al 475. E proprio
a quel periodo risalirebbero le iscrizioni scoperte nel deserto. Il
cristianesimo si era diffuso nella penisola arabica a partire dal IV
secolo, ma la sua propagazione conobbe nuovo impulso nel VI secolo
grazie a missionari persiani e siriaci.
Furono i cristiani sopravvissuti ai massacri di Yusuf ad appellarsi al re d'Etiopia, che rovesciò lo sterminatore e instaurò un regno cristiano. Ma il suo splendore fu breve: stava per nascere l'islam, che in quei deserti avrebbe scritto tutta un'altra storia.
Furono i cristiani sopravvissuti ai massacri di Yusuf ad appellarsi al re d'Etiopia, che rovesciò lo sterminatore e instaurò un regno cristiano. Ma il suo splendore fu breve: stava per nascere l'islam, che in quei deserti avrebbe scritto tutta un'altra storia.
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