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giovedì 30 agosto 2018

Matteo, Capitolo 15, Versetti 1-6


Allora gli si avvicinarono da Gerusalemme gli scribi e i farisei dicendo: Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti non si lavano le mani quando mangiano il pane. Ma egli rispondendo disse loro: Perché anche voi trasgredite il comandamento di Dio per la vostra tradizione? Infatti Dio ha detto: Onora il padre e la madre e chi avrà maledetto il padre o la madre morirà. Voi Invece dite: Chiunque dirà al padre o alla madre: Qualunque dono è da me ti giovi, non onorerà suo padre o sua madre e renderà vano il comandamento di Dio per la vostra tradizione.

Crisostomo: L’Evangelista indica qui il tempo per manifestare l’indicibile perversità di essi, superiore a quella di ogni uomo. Essi giungono al Signore quando vedono i molti miracoli che opera, e i molti infermi che guariscono solo toccando l’orlo del suo vestito. E quando dice che gli Scribi e i Farisei vennero da Gerusalemme, non dobbiamo dimenticare che essi erano disseminati in tutte le tribù, e che i peggiori di tutti erano quelli che abitavano nella metropoli, per il fatto che godevano di maggiori onori ed erano allo stesso tempo più superbi.

Crisostomo: Guardate come sono presi dalla loro stessa domanda: infatti non dicono: perché trasgrediscono la legge di Mosè?, ma la tradizione degli antichi; per cui si vede chiaramente che i sacerdoti introducevano molte novità nonostante che Mosè avesse detto (Dt 4, 2): <<Non aggiungerete nulla alla parola che oggi vi propongo, e non sottrarrete nulla sa essa>>; e quando conveniva loro rimanere esenti dalle osservanze, si legavano con altre nuove, per timore che qualcuno usurpasse loro il potere supremo, volendo essere più temibili, come se fossero essi stessi i legislatori.

Beda: Prendendo carnalmente le parole dei Profeti, riferiscono solo al lavaggio del corpo le parole (Is 1, 16): <<Lavatevi, e sarete mondi>>; e cosi stabilirono che non si poteva mangiare senza essersi lavate le mani.

Girolamo: Invece si devono lavare non del corpo, ma dell’anima, cioè le opere, affinché in esse si compia la parola di Dio. 

Crisostomo: Cristo non lì scusò, bensì replicò loro immediatamente facendo loro vedere che non dovevano occuparsi delle mancanze leggere commesse da altri coloro che ne commettevano di più grandi; per cui segue: Ma egli rispondendo disse loro: Perché anche voi trasgredite il comandamento di Dio per la vostra tradizione? […]

Crisostomo: Il Signore volle manifestare la necessità di onorare i genitori, e per questa ragione comanda di premiare colui che osserva questo precetto e di punire colui che infrange; e il premio che promette a quelli che onorano i propri genitori consiste in una lunga vita sulla terra; il castigo che imporrà a quelli che li abbandonano sarà invece tanto terribile che riempirà di spavento loro stessi e attrarrà altri. […] Se infatti colui che disonora i suoi genitori con la parola è degno di morte, molto di più ne siete degni voi che li disonorate con le vostre opere; e non solo disonorate i genitori, ma insegnate ad altri a fare lo stesso. Come dunque voi, che dovete morire, accusate i miei discepoli?

Girolamo: Gli Scribi e i Farisei, desiderando abolire la provvidenzialissima legge divina citata anteriormente, così da introdurre l’empietà sotto il nome della pietà, insegnarono ai figli perversi che se qualcuno voleva consacrare a Dio ciò che era obbligato a offrire ai suoi genitori, doveva preferire l’offerta a Dio, che è il vero padre, ai soccorsi che reclamavano le necessità dei loro padri e delle loro madri.

Glossa [Anselmo]: Il senso è questo: ciò che offro a Dio gioverà a me e a te; quindi non devi riceverlo, cioè le mie cose per il tuo uso, ma sopportare che le offra a Dio.

Girolamo: In questo modo i genitori, per non incorrere nel crimine di sacrilegio, si astenevano dalle cose che credevano consacrate a Dio, e morivano di fame; da cui risultava che le offerte dei figli, sotto il pretesto che venivano destinate al tempio e al culto di Dio, davano un gran guadagno ai sacerdoti.


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