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mercoledì 1 luglio 2020

Matteo, Capitolo 26, Versetti 27-29


E prendendo il calice rese grazie, e lo diede loro dicendo: Bevetene tutti: questo è infatti il mio sangue del Nuovo Testamento, che sarà versato per molti in remissione dei peccati. In verità vi dico: Non berrò più di questo frutto della vite fino a quel giorno quando lo berrò con voi nuovo nel regno del Padre mio.

Remigio: Poiché il Signore aveva dato il suo corpo ai discepoli sotto la specie del pane, bene diede loro anche il calice del suo sangue; per cui si dice: E prendendo il calice rese grazie; con ciò dimostra quanto sia grande il desiderio che ha della nostra salvezza, versando per noi anche il suo sangue.

Crisostomo: Rese grazie anche per insegnarci il modo di ricevere questo sacramento, dimostrando al contempo che non andava a soffrire la sua passione contro la sua volontà. Ci insegnò dunque che tutto ciò che soffriamo dobbiamo portarlo con gusto. In questa occasione ci diede motivo di buona speranza. Se infatti la figura di questo sacrificio, cioè l'immolazione dell'agnello pasquale, diede al popolo la libertà dalla schiavitù dell'Egitto, molto di più la realtà libererà il mondo intero.

Glossa: Come l'alimento corporale lo otteniamo per mezzo del mangiare e del bere, così il Signore nello stesso modo ci ha preparato l'alimento delle nostre anime per mezzo di un cibo e di una bevanda. Ciò era anche conveniente a significare la passione del Signore, avendo questo sacramento due specie distinte, poiché nella passione agli sparse il suo sangue, e così questo si separò dal suo corpo. Convenne dunque, per ricordare la passione del Signore, che il pane e il vino venissero proposti separatamente, e ciò costituisce il sacramento del corpo e del sangue. Si deve sapere tuttavia che tutto Gesù Cristo è contenuto in ciascuna delle specie: sotto la specie del pane è contenuto certamente anche il sangue con il corpo, e sotto la specie del vino è contenuto il corpo con il sangue.

Agostino: Quando dice lo berrò nuovo fa intendere che questo è antico. Poiché dunque ricevette il corpo, che doveva consegnare alla morte nella sua passione, dalla discendenza di Adamo, che è chiamato uomo vecchio (per cui con il sacramento del vino indicò anche il suo sangue), che altro vino nuovo dobbiamo intendere se non l'immortalità dei corpi che si devono rinnovare? Dicendo poi: Berrò con voi, promette anche a loro la risurrezione dei corpi per ricevere l’immoralità. Bisogna intendere infatti che con voi non indichi lo stesso tempo, ma lo stesso rinnovamento: infatti l'Apostolo dice che anche noi siamo risuscitati con Cristo, in modo che la speranza della realtà futura procuri già la letizia presente. Ciò che poi dice: di questo frutto della vite; chiamando anch'esso nuovo, significa senza dubbio che risorgeranno secondo il rinnovamento celeste gli stessi corpi che ora devono morire secondo la vetustà terrena.

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