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martedì 26 febbraio 2019

Matteo, Capitolo 21, Versetti 23-27


Ed essendo venuto nel tempio gli si avvicinarono, mentre insegnava, i principi dei sacerdoti e gli anziani del popolo dicendo: Con quale potere fai queste cose? E chi ti ha dato questo potere? Rispondendo Gesù disse loro: Vi farò anch'io una domanda, e se mi rispondete anch’io vi dirò con quale potere faccio queste cose. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini? Ma essi pensavano fra loro dicendo: Se diciamo: Dal Cielo, ci dirà: Perché dunque non gli avete creduto? Se invece diciamo: Dagli uomini, temiamo la folla: tutti infatti ritenevano Giovanni come un profeta. E rispondendo a Gesù, dissero: Non sappiamo. E anch'egli disse loro: Neppure io vi dico con quale potere faccio queste cose.

Crisostomo: Dato che i sacerdoti avevano visto che Gesù Cristo era entrato nel tempio con gran pompa, erano tormentati dall’invidia. Così, non potendo sopportatore nel proprio cuore l’ardore dell’invidia che incalza alzano la voce; per cui si dice: Ed essendo venuto nel tempio gli si avvicinarono, mentre insegnava, i principi dei sacerdoti e gli anziani del popolo dicendo: Con quale potere fai queste cose? Crisostomo: Dato che non potevano diffamarlo per i suoi miracoli, si decidono a riprenderlo perché proibiva loro di vendere nel tempio, come se dicessero: forse ti sei appropriato del trono del magistero? Sei un sacerdote consacrato, dato che hai dimostrato tanto potere? Crisostomo: Per il fatto che aggiungono: E chi ti ha dato questo potere?, manifestano che vi sono alcuni che danno dei poteri ad altri uomini, sia nell’ordine materiale sia in quello spirituale. Come se dicessero: Non sei nato da una famiglia sacerdotale. Il Senato no te l’ha concesso, e neppure Cesare te l’ha dato. Però, se avessero creduto che ogni potere viene da Dio, mai gli avrebbero domandato: chi ti ha dato questo potere? Infatti ogni uomo giudica col proprio metro degli altri: il fornicatore non crede che ci possa essere qualcuno che sia casto, e il casto non sospetta facilmente del lascivo. Così colui che non è sacerdote secondo Dio non crede che il sacerdote di un altro venga da Dio.

Girolamo: In queste parole gli fanno la stessa offesa che avevano fatto in precedenza quando dissero (12. 24): «Scaccia i demoni in nome di Beelzebul, principe dei demoni». Quando infatti dicono: Con quale potere fai queste cose?, dubitavano del suo potere divino e insinuano che ciò provenga dal diavolo. Aggiungendo poi: chi ti ha dato questo potere?, evidentissimamente negano il Figlio di Dio, che considerano uno che fa prodigi non per le proprie forze, ma in virtù di poteri alieni. Il Signore poteva respingere quella calunnia dei suoi tentatori per mezzo di una condanna chiara, però li interrogò con molta prudenza perché essi si condannassero da se stessi o col proprio silenzio o con la propria sapienza: per cui segue: Rispondendo Gesù disse loro: Vi farò anch'io una domanda.

 Crisostomo: Non domanda perché rispondendo meritino di ascoltare la sua risposta, ma perché colti in fallo, non continuino a interrogare; poiché egli stesso aveva ordinato (7, 6): «Non date le cose sante ai cani». Inoltre qualora avesse risposto non ne avrebbe ottenuto nulla, poiché i desideri tenebrosi non possono ascoltare ciò che procede dalla luce; bisogna dunque interrogare colui che domanda e confondere colui che tenta per mezzo di ragioni schiaccianti, senza chiarificargli la virtù del mistero. Pertanto il Signore pone un laccio con una domanda semplice alla loro interrogazione, e dato che non potevano fuggire da lui, aggiunge: se mi rispondete anch’io vi dirò con quale potere faccio queste cose; e la domanda è questa: Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?

Agostino: Giovanni ricevette il potere di battezzare da colui che battezzò in seguito; quindi il battesimo che amministrava si chiama qui battesimo di Giovanni. Solo egli ricevette questa grazia; nessuno, né prima di lui né dopo di lui, ha ricevuto la facoltà di battezzare con un battesimo proprio. Infatti Giovanni era venuto a battezzare nell’acqua della penitenza preparando il cammino del Signore, però non purificando interiormente, cosa che un semplice uomo non può fare.

Rabano: Per due ragioni si deve occultare la conoscenza della verità a coloro che la cercano: quando colui che la desidera non è capace di comprendere, e quando interroga per odio o per disprezzo, rendendosi indegno di conoscere ciò che desidera.

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