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lunedì 18 febbraio 2019

Matteo, Capitolo 21, Versetti 10-16


Ed essendo entrato in Gerusalemme tutta la città si agitò dicendo: Chi è costui? Ma il popolo diceva: E’ Gesù il profeta da Nazaret di Galilea. E Gesù entrò nel tempio di Dio e scacciava tutti i venditori i compratori nel tempio e rovesciò le tavole dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: E’ scritto: «La mia casa sarà chiamata casa di preghiera, ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri». E si accostarono a lui ciechi e zoppi nel tempio, e li guarì. Ma i principi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le cose mirabili che faceva e i bambini che gridavano nel tempio dicendo: Osanna al figlio di Davide, si indignarono e gli dissero: Senti che cosa dicono? Ma Gesù disse loro: Certamente. Non avete letto: «Dalla bocca degli infanti e dei lattanti ti sei procurato la lode?».

Ed essendo entrato in Gerusalemme tutta la città si agitò dicendo: Chi è costui? Crisostomo: Si meravigliano con ragione quando vedono quella cosa mirabile: un uomo era reclamato come Dio e Dio era lodato in un uomo. Io credo che neppure gli stessi che lo acclamavano sapessero ciò che acclamavano, però lo Spirito Santo, essendo entrati in essi all’improvviso, ispirava loro queste parole di verità.

Rabano: Si deve notare che questa entrata di Gesù a Gerusalemme si verificò cinque giorni prima della Pasqua. Infatti Giovanni riferisce che sei giorni prima della Pasqua era venuto a Betania, e che sul far del giorno era salito su un asinello ed era venuto a Gerusalemme. In ciò si deve notare la grande conformità dell’Antico e del Nuovo Testamento non solo nelle cose, ma anche nei tempi. Nel giorno decimo del mese primo era comandato che si portasse a casa l’agnello che si doveva immolare nella Pasqua; poiché anche il Signore il decimo giorno dello stesso mese, ossia cinque giorni prima della Pasqua, sarebbe entrato nella città in cui avrebbe patito.

Segue: E Gesù entrò nel tempio di Dio. Crisostomo: Era proprio di un buon figlio passare subito alla casa di suo padre per tributarli l’onore dovuto. E anche tu, che devi imitare Gesù Cristo, quando entri in qualche città devi per prima cosa andare in chiesa. Ciò era proprio anche di un buon medico, poiché, quando entra in una città ammalata per curarla, deve in primo luogo conoscere il principio della sofferenza, poiché come dal tempio esce tutto il buono, così dal tempio procede tutto ciò che è cattivo. Quando il sacerdozio è buono, tutta la Chiesa fiorisce, mentre se è cattivo tutta la fede si debilita. Come infatti, quando vedi un albero che ha le foglie gialle, capisci che ha qualche vizio alla radice, così, quando vedi un popolo indisciplinato, senza dubbio comprendi che il suo sacerdozio non è sano.

Segue: e scacciava tutti i venditori i compratori. Girolamo: Si deve tenere in conto che nel tempio che si venerava in tutta la terra e al quale confluiva il popolo da quasi tutte le regioni dei Giudei, si sacrificavano, secondo i precetti della legge, innumerevoli vittime, specialmente nei giorni festivi, di tori, di agnelli e di capri; e affinché i poveri non tralasciassero di offrire i propri sacrifici, era comandato che questi offrissero pulcini di colombe e tortore. Però succedeva che quelli che venivano da lontano non avessero vittime. Perciò i sacerdoti inventarono il modo di sfruttare il popolo e vendergli gli animali necessari per il culto, in modo che vendevano a quelli che non avevano vittime e tornavano a ricevere quelle che erano state comprate. Questa manovra astuta rimaneva frequentemente compromessa per la povertà dei pellegrini, che mancavano di risorse, e non solo non portavano le vittime, ma neanche avevano con che comprarle. Per questo misero lì dei banchieri che davano danaro prestato sotto cauzione; e dato che era comandato nella legge che nessuno desse del denaro con usura, e non poteva essere di nessun vantaggio dare prestiti che non rendevano interesse e nei quali a volte si perdeva il capitale, inventarono un altro artificio, cioè un’altra furberia, convertendo quelli che prestavano dietro pegno in «collibisti», parola che non ha un equivalente in latino. La parola greca «colliba» significa in latino piccoli profitti, o «tragemata», come ceci tostati, uva passa e mele di diversi generi. Perciò, dato che i collibisti non potevano ricevere usura in moneta, la ricevevano in natura; e così ciò che non si poteva esigere in danaro lo esigevano in queste cose, che venivano comprate con danaro, come se Ezechiele non si riferisse a ciò quando diceva (18, 17): «Non riceverete usura né sovrabbondanza alcuna». Quando il Signore vide nella casa del Padre una negoziazione o un latrocinio di questo tipo, eccitato dall’ardore del suo spirito scacciò dal tempio una così grande moltitudine di persone.

Segue: ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri. Girolamo: E’ infatti un ladro e trasmuta il tempio di Dio in una spelonca di ladri colui che desidera ottenere guadagni per mezzo delle cose della religione. A me sembra che, fra i molti prodigi che fece Gesù Cristo, questo fu uno dei maggiori, poiché un solo uomo, disprezzabile in quei giorni, tanto che poco dopo fu messo in croce, poté scacciare una così grande moltitudine di gente a forza di colpi dati con una sola frusta in presenza degli Scribi e dei Farisei, che infierivano contro di lui e vedevano che si distruggevano i loro guadagni. Usciva fuoco dai loro occhi, e questi brillavano come le stelle facendo risplendere sul suo volto la maestà della divinità.

Crisostomo: Rovesciò le tavole dei prestatori anche perché nel tempio di Dio non ci deve essere altra moneta che quella spirituale, che porta l’immagine di Dio, e non le monete che portano il sigillo terreno. Rovesciò le cattedre di coloro che vendevano colombe, gridando per ciò stesso: che cosa fa nel tempio questa moltitudine di colombe in vendita, dopo che discese una colomba gratuita nel tempio del mio corpo? E ciò che folle proclamavano lo fa conoscere il Signore per mezzo delle sue opere; per cui segue: E si accostarono a lui ciechi e zoppi nel tempio, e li guarì.

Origene: Nel tempio di Dio, cioè nella Chiesa, in verità non tutti vedono né camminano bene; ma coloro che comprendono che di nessuno, se non di Cristo, si necessità per curarsi, avvicinandosi al verbo di Dio vengono sanati.

Remigio: Il fatto di sanare nel tempio significa che gli uomini non possono essere curati se non dalla Chiesa, alla quale è stata data la facoltà di legare e sciogliere.

Senti che cosa dicono? Girolamo: La risposta del Salvatore fu prudente. Non disse ciò che gli Scribi volevano udire: fanno bene i bambini a dare testimonianza di me, e neanche: si sbagliano, sono bambini, dovete comprendere la loro età; ma adduce il passo del Salmo 8 affinché, tacendo il Signore, la testimonianza delle Scritture confermasse le parole dei bambini; per cui segue: Ma Gesù disse loro: Certamente. Non avete letto…Crisostomo: Come se dicesse: forse è colpa mia che questi acclamino? Forse è colpa mia che il Profeta predica con tante migliaia di anni di anticipo ciò che accade oggi? I bambini e quelli che prendono il latte non possono conoscere né lodare nessuno. Vengono detti bambini non per la loro età, ma per la semplicità dei loro cuori; e lattanti poiché, eccitati come la soavità del latte, dal diletto delle cose mirabili, gridano. Si chiama latte dunque l’esecuzione di cose miracolose, poiché i miracoli non esigono lavoro alcuno da parte di coloro che vedono, ma dilettano per mezzo dell’ammirazione, e con maggiore soavità invitano alla fede. Il pane poi è l’insegnamento della perfetta giustizia, quella che non possono ricevere se non i sensi che sono esercitati nelle cose spirituali. 


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