Nei primi decenni del Novecento i cattolici non ebbero vita facile in Messico. Nel 1917 venne approvata una costituzione fortemente anticlericale e anticristiana promossa da un gruppo radicale giacobino che controllava il potere. Nel 1926 si giunse alla guerra civile e alla persecuzione. Nel 2000 Giovanni Paolo II canonizzò 25 martiri della persecuzione messicana. Tra questi ricordiamo oggi san Toribio Romo Gonzàlez, un giovane sacerdote nato nel 1900 a Santa Ana de Guadalupe da una famiglia di umili origini. I genitori sono contrari alla sua vocazione perché le sue braccia sono ritenute indispensabili per il mantenimento dei numerosi fratelli. In suo aiuto viene la sorella maggiore Maria che, al suo posto, si sottopone al duro lavoro dei campi. Ordinato sacerdote a soli 22 anni per l'avvicinarsi della persecuzione, Toribio non ha vita facile. Nelle parrocchie dove viene assegnato quasi istintivamente si schiera dalla parte dei poveri. E questo dà fastidio. Quattro parrocchie in cinque anni possono essere il segno del fallimento, ma Toribio sopporta tutto nel silenzio e nella preghiera. Da ultimo viene nominato parroco di Tequila, nel territorio di Guadalajara. Vi porta il suo amore per l'Eucarestia, la sua spiritualità forte, la sua prolungata preghiera. La mattina del 25 febbraio 1928 viene svegliato da una banda armata guidata da un contadino del posto. In una cerimonia di prima comunione, in un impeto di fervore, aveva pregato: « Gesù, accetteresti il mio sangue per la pace del Messico?» Ora la sua supplica è accolta. In un primo momento i persecutori sembrano vittoriosi, presto i fedeli accorrono numerosi sulla tomba di questo sacerdote umile e santo.
MARTIROLOGIO ROMANO. In località Tequila nel territorio di Guadalajara in Messico, san Turibio Romo, sacerdote e martire, che fu ucciso nell’imperversare della persecuzione in odio del suo sacerdozio.
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