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domenica 10 maggio 2020

Matteo, Capitolo 25, Versetti 14-30


Avverrà infatti come di un uomo che partendo per un viaggio chiamò i suoi servi e diede loro i suoi beni. E a uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì subito. Colui che aveva ricevuto cinque talenti andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque; similmente anche colui che ne aveva ricevuti due ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto uno, andandosene scavò un buco nella terra e nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo venne il padrone di quei servi e volle regolare i conti con loro. E avvicinatosi colui che aveva ricevuto cinque talenti presentò altri cinque talenti dicendo: Signore, mi hai dato cinque talenti, ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Gli disse il suo padrone: Bene, servo buono e fedele, poiché sei stato fedele nel poco ti darò autorità su molto: entra nella gioia del tuo Signore. Si avvicinò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: Signore, mi hai dato due talenti, ecco, ne ho guadagnati altri due. Gli disse il padrone: Bene, servo buono e fedele, poiché sei stato fedele nel poco ti darò autorità su molto; entra nella gioia del tuo Signore. Avvicinatosi infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento disse: Signore, so che sei un uomo duro: mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per timore andai a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco, hai ciò che è tuo. Il suo padrone però rispondendo gli disse: servo cattivo e pigro, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; dovevi dunque consegnare il mio denaro ai banchieri, e venendo l’avrei ricevuto con gli interessi. Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ne ha dieci; a chiunque infatti ha sarà dato, e sarà nell'abbondanza, ma a chi non ha sarà tolto anche quanto sembra avere. E il servo inutile gettatelo nelle tenebre esteriori: lì sarà pianto e stridore di denti.

Glossa: Nella parabola precedente è stata mostrata la condanna di coloro che non si erano sufficientemente provvisti di olio, sia che per olio si intenda la purezza delle buone opere, sia la gioia della coscienza, sia l’elemosina che si fa col danaro. Questa parabola invece è diretta contro coloro che non solo con il danaro, ma nemmeno con le parole o in un altro modo vogliono rendersi utili al prossimo, ma nascondono tutto.

Gregorio: Quest’uomo che parte per un viaggio è il nostro Redentore, che se andò in cielo con la carne che aveva assunto. Infatti il luogo proprio della carne è la terra, ed è portata come in peregrinazione quando è portata nel cielo dal nostro Redentore.

Origene: Quando vedrai che fra quelli che hanno ricevuto da Cristo il ministero della predicazione alcuni hanno di più e altri di meno, o, per così dire, comparati con i migliori, alcuni hanno così poco, conoscerai le differenze con cui ricevettero da Cristo il dono della parola divina, poiché differente fu l’efficacia che produsse per mezzo di quelli che ricevettero cinque talenti da quelli che ne ricevettero due, e da quelli che ne ricevettero uno, poiché non si trovava in tutti la stessa misura della grazia, e quello che ricevette un talento ricevette in verità un dono non disprezzabile, poiché è molto ricevere un talento da tale Signore. Tuttavia ci sono tre categorie di servi, come ci sono tre categorie di coloro che producono frutto. Quello che ricevette cinque talenti può interpretare tutte le cose sensibili della Scrittura secondo il senso spirituale. Quello che ne ricevette due è istruito nella dottrina corporale, poiché il numero due sembra essere quello della carne. Infine l’unico talento il padre di famiglia lo diede a colui che ha ancora meno capacità.

Colui che aveva ricevuto cinque talenti andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Girolamo: Ricevuti dunque i sensi corporali, duplicò in se la conoscenza di ciò che è celestiale, intendo attraverso le creature il Creatore, attraverso le realtà corporee quelle incorporee, e attraverso quelle del tempo quelle eterne.

Segue: similmente anche colui che ne aveva ricevuti due ne guadagnò altri due. Gregorio: Vi sono infatti alcuni che mentre intendendo e operando predicano agli altri, portando un doppio guadagno dal loro impegno: poiché predicando nello stesso tempo ad ambo i sessi, raddoppiano i talenti.

Segue: Colui invece che aveva ricevuto uno, andandosene scavò un buco nella terra e nascose il denaro del suo padrone. Origene: Se ti capita di vedere qualcuno che ha la capacità di insegnare e di far progredire le anime, e nasconde questa capacità, sebbene tenga qualche atteggiamento religioso, non dubitare di dire che costui è colui che ha ricevuto un solo talento, e l’ha nascosto sotto terra.

Gregorio: Questo passo del Vangelo richiama la nostra attenzione, poiché quelli che in questo mondo hanno ricevuto più di altri devono subire un giudizio più severo dall’autore del mondo, poiché nella proporzione in cui aumentano i doni cresce anche l’obbligo del rendiconto, e per questo deve essere più umile in ragione del suo ufficio colui che è più obbligato a dare il rendiconto.

Gregorio: Il servo fedele sarà costituito sopra molte cose quando, libero da ogni molestia di corruzione, godrà nel cielo della gioia eterna. E allora entrerà anche nella gioia del suo Signore quando, assunto in quella patria eterna, e ammesso a trovarsi fra le schiere angeliche, godrà internamente del dono così da non dolersi esternamente della corruzione.

Si avvicinò poi colui che aveva ricevuto due talenti. Origene: Il fatto che dica tanto colui che aveva ricevuto cinque talenti quanto colui che ne aveva ricevuti due si avvicinò mostra il transito da questo mondo all’altro; e nota che sono le stesse le parole che dice a entrambi, affinché non si creda che colui che ricevette minori capacità ed esercitò tutte quelle che aveva ricevuto dovesse meritare da Dio un premio minore di quello che ricevette l’altro che ebbe maggiori mezzi; infatti si cerca soltanto che tutto quello che l’uomo riceve da Dio lo eserciti totalmente a gloria di Dio.

Avvicinatosi infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento disse: Signore, so che sei un uomo duro. Girolamo: In verità infatti ciò che è scritto (Sal 140, 4): «per trovare scuse ai peccati», accade a questo servo aggiungendo il peccato di superbia a quelli di pigrizia e negligenza. Infatti colui che doveva confessare esclusivamente la sua inerzia e pregare il padre di famiglia, al contrario lo calunnia, e pretende di avere operato con prudenza non esponendosi a perdere il danaro cercando guadagni.

Origene: Mi sembra che questo servo fu certamente fra i credenti; non però tra gli operai fedeli, ma fra quelli che si vergognano e fanno di tutto in modo da non essere riconosciuti come cristiani. Mi sembra anche che costoro siano fra coloro che temono Dio, e lo considerano austero e implacabile: ciò infatti viene indicato con le parole: Signore, so che sei un uomo duro. Comprendiamo però che in verità nostro Signore raccoglie dove non ha seminato, poiché il giusto semina nello spirito da cui trarrà vita eterna, e raccoglie anche dove non semina e ammucchia dove non sparge, poiché considera come raccolto per sé tutto ciò che semina nei poveri.

E il servo inutile gettatelo nelle tenebre esteriori. Origene: Cioè dove non si trova luce, forse nemmeno corporale n’è c’è visione di Dio, ma coloro che peccarono in tal modo come indegni della visione di Dio sono condannati a quelle che vengono chiamate tenebre esteriori. Leggiamo anche che qualcuno ha spiegato prima di noi le tenebre dell’abisso che sono fuori dal mondo, dicendo che i peccatori come indegni di tutto il mondo sono gettati fuori in quell’abisso, nel quale ci sono le tenebre e nulla che le illumini.

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