E vengono di nuovo a Gerusalemme. E mentre camminava nel tempio si accostano a lui i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dicono: Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità, perché tu faccia questo? Ma Gesù rispondendo dice loro: Vi farò anch'io una domanda, e rispondetemi, e vi dirò con quale autorità faccio queste cose: il battesimo di Giovanni era dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi. Ma essi pensavano fra loro dicendo: Se diremo dal cielo dirà: Perché dunque non gli avete creduto? Se diremo dagli uomini, abbiamo timore del popolo. Tutti infatti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. E rispondendo dicono a Gesù: Non lo sappiamo. E rispondendo Gesù dice loro: Neppure io vi dico con quale autorità faccio queste cose.
Teofilatto: Poiché il Signore aveva cacciato dal tempio coloro che ne avevano fatto come una taverna di ladri, questi, irritati, vennero a lui per tentarlo e per interrogarlo; per cui si dice: E vengono di nuovo a Gerusalemme. E mentre camminava nel tempio si accostano a lui i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dicono: Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità, perché tu faccia questo? Come se dicessero: chi sei tu per fare tali cose? Forse ti sei costituito dottore e ti ordini principe dei sacerdoti?
Beda: E certamente quando dicevano: Con quale autorità fai queste cose? Dubitavano del potere di Dio e volevano sottintendere che era del diavolo ciò che faceva; aggiungendo inoltre: chi ti ha dato questa autorità? manifestamente negavano il Figlio di Dio, ritenendo che facesse segni non con le forze proprie ma con quelle altrui.
Teofilatto: Dicevano poi ciò credendo di sottoporlo a giudizio, così che, se avesse detto: con la mia autorità, lo avrebbero potuto catturare; e se avesse detto: con l'autorità di altri, avrebbe fatto sì che il popolo se ne andasse via da lui, poiché credeva che egli fosse Dio. Ma il Signore li interroga su Giovanni non vanamente, né in modo sofistico, ma perché Giovanni aveva reso testimonianza a lui; per cui segue: Ma egli rispondendo dice loro: Vi farò anch'io una domanda.
Beda: Certamente il Signore avrebbe potuto confutare la calunnia dei tentatori con un'aperta risposta, ma prudentemente interrogò, affinché o con il loro silenzio o con la loro sentenza venissero condannati; il che apparve da ciò che si aggiunge: Ma essi pensavano fra loro dicendo: Se diremo dal cielo dirà: Perché dunque non gli avete creduto? Come se dicesse: colui che confessate che ha avuto una profezia dal cielo mi ha dato testimonianza, e da lui avete udito con quale autorità faccio queste cose.
Segue: Se diremo dagli uomini, ecc. Beda: Videro dunque che con qualunque risposta sarebbero caduti nel laccio, temendo la lapidazione, ma più ancora temendo la confessione della verità; per cui segue: E rispondendo dicono a Gesù: Non lo sappiamo. Girolamo: Gli invidiosi sono oscurati dalla lampada, per cui si dice (Sal 131,17-18): «Ho preparato una lampada al mio Cristo: riempirò di confusione i suoi nemici».
Segue: E rispondendo Gesù dice loro: Neppure io vi dico con quale autorità faccio queste cose. Beda: Come se dicesse: non vi dico ciò che so poiché non volete confessare ciò che sapete. Bisogna sapere che soprattutto per due motivi si deve nascondere la conoscenza della verità a chi la chiede: o quando colui che chiede è poco capace di comprendere la risposta, o quando uno se ne è reso indegno per il disprezzo della verità.
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