Marcello I fu il trentesimo Papa della Chiesa Cattolica, succedette a Marcellino. Fu consacrato nel 308, circa due anni dopo la sua elezione, lasciando la sede vacante per quasi tre anni. Marcello si trovò a guidare la barca di Pietro in un periodo difficile, su 50 milioni di cittadini dell’impero, circa 7 milioni si professavano cristiani e fu proprio in questo contesto che si scatenò la più terribile delle persecuzioni. Galerio, persuaso dal partito dell’antica religione, promulgò quattro editti, che firmati da Diocleziano portarono all’arresto, alla tortura e all’uccisione di migliaia di cristiani. Nonché al sequestro o alla distruzione di tutti i beni e luoghi di culto cristiani. Questa persecuzione portò a molti martiri, ma anche a numerosi lapsi, cristiani che abiurarono la fede per aver salva la vita o i propri beni. Nella persecuzione di Diocleziano fu colpito anche Papa Marcellino, che abiurò, salvo poi pentirsi e morire martire. Con l’abdicazione di Diocleziano, la persecuzione andò scemando e nel 307 i cristiani iniziarono a godere di una certa libertà. La Chiesa si trovò a dover riorganizzare ogni cosa, con a capo Papa Marcello I, che si trovò davanti a una situazione disastrosa.
Molti luoghi di culto erano stati distrutti o confiscati. Marcello organizzò la Chiesa romana in 25 distretti, le odierne parrocchie, con a capo dei presbiteri che si occupavano di amministrare i sacramenti ed effettuare le liturgie.
Ma il problema più grave fu quello dei lapsi, gli apostati che ora volevano tornare in comunione con la Chiesa; molti non erano d’accordo con la loro reintegrazione, ma il Papa decise di accettarli, pretendendo però, una dura e lunga penitenza. Questo scatenò le ire dei lapsi e nacquero violente lotte, il nuovo imperatore Massenzio decise quindi, di deportare Marcello in un luogo ignoto. Lì fu martirizzato, anche se sono ignoti gli avvenimenti precisi.
Fu subito venerato Santo e i suoi resti deposti in un’antica urna di basalto verde presso l’altare maggiore della Chiesa di San Marcello al Corso. Secondo il breviario romano, Marcello fu deportato e condannato ai lavori forzati alla stazione postale di Roma, questo perché Massenzio cercò in ogni modo di far abiurare il Papa, senza nessun successo.
Il clero riuscì a farlo scappare, ma dopo aver consacrato alcune donne della casa imperiale fu arrestato di nuovo e quindi, ucciso il 16 Gennaio del 309.
Fonti Varie.
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