In primo luogo, si va affermando nei progressisti,
soprattutto tra seminaristi e sacerdoti, un disprezzo marcatissimo per
la filosofia e la teologia di San Tommaso, mentre è noto che per la
Chiesa San Tommaso d'Aquino è il primo Dottore che ha effettuato una
sintesi sinora insuperata degli insegnamenti cristiani e che li ha
esposti in un corpo dottrinale formante una sola architettura.
Di
conseguenza, i chierici progressisti disprezzano la filosofia e la
teologia tomista, ritenendo che essa dipenda da una scienza arcaica e
superata definitivamente. E siccome questa scienza è ritenuta da essi
scaduta, la metafisica e la teologia dì San Tommaso viene abbandonata.
Non è tuttavia difficile individuare altri errori dei progressisti. La metafisica e la teologia sono indipendenti dalla scienza sperimentale della quale si serviva San Tommaso, per il quale l'importante, in metafisica e teologia, è la formulazione dei primi principi della realtà e dell'essere.
Censurare San Tommaso significa censurare la filosofia dell'essere e cadere di conseguenza in una errata interpretazione filosofica dell'idea, della vita, del divenire, dell'esistenza. Per questa strada è impossibile raggiungere l'essere e porre in contatto razionale l'uomo con Dio, suo Creatore. Così facendo l'uomo chiude il cammino della sua intelligenza verso Dio e si rende incapace di edificare una teologia che rispetti i fondamenti naturali e razionali, sopra i quali bisogna basare, poi, la Rivelazione e la teologia.
Così, nei progressisti dei quali stiamo ora parlando, con il pretesto di dover prendere contatto con le fonti, vi è logicamente una tendenza a rivedere anche i trattati della teologia scolastica e tomista per privilegiare in modo esclusivo la Bibbia e l'insegnamento dei Padri. Questo orientamento potrebbe anche essere buono, se fosse meno intransigente e non negasse il progresso legittimo che è stato operato con le grandi disquisizioni e i trattati dei dottori successivi. Ma il fatto è che essa mira ad una teologia puramente biblica e patristica, che per giunta ignora sistematicamente il Magistero.
Questa tendenza è tanto più pericolosa
e si converte in fonte di innumerevoli errori, se teniamo presente che
oggi la Bibbia è sottoposta a un bombardamento critico demolitore da
parte del nuovo razionalismo. Vi sono esegeti, come per esempio Rodolfo
Bultmann, che sono impegnati a smitizzare, come essi dicono, il kerygma
cristiano. In questo modo la parola divina della Scrittura è ridotta a
ben poco, con il pretesto che tutto è mito, inclusa la Risurrezione del
Signore. A questo proposito è utile sapere che oggi alcuni biblisti
cattolici ridiscutono, per esempio, l'infanzia del Vangelo di San Luca e
dicono che il Magnificat non è un cantico pronunciato dalla Vergine.
Per questa via si apre la porta alla distruzione totale dell'Antico e
del Nuovo Testamento delle Sacre Scritture.
Ridimensionata la teologia di San Tommaso, raccomandata insistentemente dal Magistero della Chiesa, si tende ad inventare nuove teologie, appoggiate su false filosofie, come per esempio lo storicismo, l'evoluzionismo e l'esistenzialismo, nonostante che Pio XII abbia condannato, nella Humani Generis, tutte queste tendenze pericolose della nuova teologia.
Ma, ovviamente, il progressismo non fa certo caso agli avvertimenti dei Papi.
Infatti, un’altra grave deviazione del progressismo è il ridimensionamento e la diminuzione dell'autorità del Papa e della Curia romana, stravolgendo così anche il magistero ordinario della Chiesa. A questo punto i progressisti formulano le asserzioni più pittoresche. Per essi, quando muore un Papa, perdono di valore tutte le verità da lui dettate. Questo errore è tanto più grave in quanto è risaputo che alcuni insegnamenti dei Papi, anche se non definiti in modo solenne, sono connessi alla verità della Rivelazione e dell'ordine filosofico naturale ed assumono un valore permanente. E' proprio per questo che i Papi, nei loro documenti, invocano le dottrine del Magistero dei predecessori.
La campagna di disprezzo del Magistero della Chiesa è contemporaneamente accompagnata da un’altra contro le persone dei venerandi Pontefici, come per esempio Pio XII. Non si perdona a questo Papa la promulgazione, nel 1950, della Humani Generis contro le deviazioni della nuova teologia; né tampoco gli si perdona di avere condannato il movimento dei preti operai, di aver posto fine agli eccessi di alcuni teologi o di aver canonizzato San Pio X.
Alcuni progressisti,
soprattutto in Francia, presentano una immagine della Chiesa come se il
suo centro, che è Roma, avesse per funzione di frenare, mentre la
periferia sarebbe dinamica e spinta dallo Spirito. La mano romana che
frena, si dice, è retrograda e sterilizzante, mentre il motore della
periferia dà prova di intelligenza e di audacia apostolica.
I
progressisti, spinti da un falso ecumenismo, osano addirittura sminuire
i privilegi della Vergine e si oppongono, ad esempio, che le siano
pubblicamente riconosciuti o che lei sia chiamata mediatrice di tutte le
Grazie.
Rinnovando, poi, gli errori del
pelagianismo, stanno giungendo addirittura a negare o oscurare la
nozione di peccato e di inferno. Basandosi su tesi di psicoanalisi e
della psicologia profonda, arrivano a negare la malizia e la
responsabilità del peccato, soprattutto dei peccati sessuali.
Per
quanto attiene alla vita spirituale, nei progressisti si assiste
all’impegno di sopprimere lo sforzo degli atti e delle pratiche
individuali a beneficio di una pietà esclusivamente comunitaria. Essi
sogliono incorrere soprattutto nell'errore di un liturgismo comunitario
esagerato.
Bisognerebbe, infine, segnalare anche gli errori e le deviazioni di un personalismo pericoloso che tende a formulare la tesi della libertà religiosa come quella di un diritto alla professione pubblica di qualunque errore e che elabora tutta una morale individualista o della situazione.
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