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domenica 18 agosto 2019

Matteo, Capitolo 23, Versetti 5-12


In realtà tutte le loro opere le fanno per essere visti dagli uomini: allargano infatti i loro filatteri e allungano le frange. Amano i primi posti nelle cene e le prime cattedre nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze ed essere chiamati dagli uomini Rabbi. Ma non vogliate essere chiamati Rabbi: infatti uno solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno vostro padre sulla terra: infatti è uno solo è il Padre vostro che è nei cieli. E non fatevi chiamare maestri, poiché uno solo è il vostro Maestro: Cristo. Chi è il più grande fra voi sia vostro servo. Invece si esalterà sarà umiliato, e chi si umilierà sarà esaltato.

Crisostomo: In tutte le cose nasce qualcosa che le pregiudica: così è il verme nel tronco e la trama nel vestito. Per questo il demonio si sforza di corrompere il ministero dei sacerdoti che è stato stabilito per tormentare la santità, cosicché questo stesso bene, mentre è fatto per gli uomini, si converta in male. Togliamo questo male dal clero, e tutto sarà eliminato perfettamente; da qui si deduce che è difficile il pentimento dei sacerdoti che peccano. Però il Signore vuole manifestare in ciò la causa per la quale non potevano credere in Gesù Cristo, cioè poiché fanno tutto per essere visti dagli uomini. È impossibile dunque che creda in Gesù Cristo quando predica le cose del cielo, colui che desidera unicamente la gloria terrena degli uomini. Ho letto che alcuni interpretano questo passo in questo modo: sulla cattedra, cioè secondo l'onore e il grado in cui stette Mosè, furono istituiti indegnamente gli Scribi e i Farisei, che preannunciavano la dottrina che annunziava il Cristo che doveva venire; però essi non lo ricevevano quando era presente. Per questo esorta il popolo in modo che oda la legge che praticavano, cioè a credere in Gesù Cristo annunciato dalla legge, e non è imitare gli Scribi e i Farisei che erano increduli. E spiegò la causa per cui predicavano che Gesù Cristo doveva venire secondo la legge e non credevano in lui: perché facevano tutte le loro opere al fine di essere visti dagli uomini, cioè perché non predicavano che Gesù sarebbe venuto per desiderio della sua venuta, ma affinché come dottori della legge fossero visti dagli uomini.

Girolamo: Quando il Signore aveva dato i comandamenti della legge di Mosè, alla fine disse (Dt 6, 8): «Legherai ciò nella tua mano, e saranno sempre davanti ai tuoi occhi», e il senso è; i miei precetti siano nella tua mano, per essere adempiuti; siano davanti ai tuoi occhi perché giorno e notte tu possa meditare su di essi. I Farisei, interpretando ciò in senso sbagliato, scrivevano su pergamene il decalogo di Mosè, cioè i dieci precetti della legge, portandoli piegati e legati sopra la fronte, formando con essi una specie di corona, così che sempre lì tenessero davanti agli occhi. Mosè aveva ordinato anche (Nm 15, 38) che portassero nelle quattro punte dei loro mantelli i galloni di giacinto come distintivo del popolo di Israele, affinché come si distinguevano nei loro corpi dai Gentili per mezzo della circoncisione, che era un segno giudaico, così anche il vestito portasse qualche differenza. Però i maestri, come superstiziosi e desiderando captare verso di sé l'attenzione degli altri, e traendo guadagno da schiocche donne, facevano i loro galloni più grandi e pagavano in essi pungentissime spine, in modo che camminando e sedendo ogni tanto fossero punti, e da questo ammonimento venissero consacrati meglio al servizio di Dio. Chiamavano quelle pergamene del decalogo filatteri, cioè conservatorie, poiché tutti coloro che le tenevano lo facevano per proteggere se stessi. I Farisei non capivano che dovevano portare questi precetti nei loro cuori più che nei loro corpi. In altri rimanevano ridotti a essere armadi o casse che tengono libri, però che non conoscono Dio.

Crisostomo: Imitando l'esempio di questi ci sono ora molto che inventano nomi ebrei di Angeli, lo scrivono e li mettono al collo, perché servano di ammirazione a coloro che non capiscono. Altri portano appeso al collo qualche pezzo scritto di Vangelo; però non si legge ogni giorno in chiesa il Vangelo perché gli uomini lo odano? Come possono dunque i Vangeli appesi al collo salvare colui al quale niente giovano quando li tieni posti nelle sue orecchie? Inoltre, dove starebbe la virtù del Vangeli: nella figura delle lettere o nella conoscenza del suo senso? Se nelle figure, fai bene ad appenderli al collo; se invece nel comprenderlo, allora gioveranno di più posti nel cuore che attorno al collo. Altri spiegano questo passo così: allargano i loro discorsi riguardo alle loro osservanze come filatteri, cioè come cose che servono per conservare la salvezza, predicando tali cose al popolo con assiduità. I galloni abbelliti dei loro manti significano le eccellenze di questi stessi precetti.

Ma voi non vogliate essere chiamati Rabbi: infatti uno solo è il vostro maestro. Crisostomo: Come se dicesse: Non vogliate essere chiamati Rabbi, per non attribuire a voi ciò che è dovuto a Dio. E nemmeno chiamate altri Rabbi, per non attribuire agli uomini l'onore divino. Unico infatti è il Maestro di tutti, che istruisce tutti gli uomini naturalmente. Se infatti un uomo istruisse un altro, tutti gli uomini che hanno dei dottori apprenderebbero; ora invece, poiché non l'uomo insegna, ma Dio, sono molti colori che sono ammaestrate, ma pochi coloro che apprendono. Infatti non è l'uomo che dà l'intendimento agli altri uomini insegnando, ma esercita attraverso l'insegnamento ciò che gli è stato concesso da Dio.

Segue: E non chiamate nessuno vostro padre sulla terra. Crisostomo: Infatti sebbene sulla terra un uomo generi un altro uomo, tuttavia unico è il padre che ha creato tutti. Non abbiamo infatti il principio della vita dai nostri genitori, ma da essi riceviamo unicamente la trasmissione di questa vita.

Invece chi si esalterà sarà umiliato, e chi si umilierà sarà esaltato. Remigio [Rabano]: Ciò va inteso cosi. Chi si esalta per i propri meriti, sarà umiliato presso Dio; e chi si umilia per i benefici, sarà esaltato presso Dio.

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