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martedì 27 febbraio 2018

Matteo, Capitolo 11, Versetti 16-19



A chi paragonerò questa generazione? È simile ai bambini che siedono nella piazza, che chiamando i loro compagni dicono: Abbiamo cantato per voi e non avete ballato, abbiamo intonato un lamento e non avete pianto. E' venuto infatti Giovanni che non mangia e non beve e dicono: Ha un demonio. E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. E alla sapienza è stata resa giustizia dai suoi figli.

Ilario: Tutto questo passo è l’obbrobrio dell’incredulità, e viene dall’affetto del precedente lamento, poiché la plebe insolente non era stata istruita dai diversi generi di discorsi.

Glossa: Come se dicesse: Giovanni è tanto grande, ma voi non voleste credere né a lui né a me: quindi a chi vi paragonerò? Per generazione intende insieme sia i Giudei, sia egli stesso con Giovanni.

Ilario: Con i bambini sono indicati i Profeti, i quali hanno predicato nella semplicità del cuore, come i bambini: essi hanno predicato e fatto intendere i loro rimproveri nel mezzo della sinagoga, come nel mezzo di una pubblica piazza; i loro contemporanei non armonizzano le loro azioni con il canto dei Profeti, e non obbedirono alle loro parole: la danza infatti segue i movimenti del canto. I Profeti, come si può vedere nei cantici di Mosè, di Isaia e di Davide, invitarono il popolo a confessare Dio medianti i Salmi.

Girolamo: Dicono dunque: Abbiamo cantato per voi e non avete ballato, cioè: vi abbiamo invitato col nostro canto a fare opere buone, e non avete voluto. Ci siamo lamentati, e vi abbiamo invitati alla penitenza, e non avete voluto fare nemmeno questo, disprezzando entrambe le predicazioni, tanto di esortazione alle virtù quanto di penitenza dopo i peccati.

Agostino: Vorrei ora che i Manichei mi dicessero che cosa mangiava e beveva Cristo, che qui, in confronto a Giovanni che non mangiava e non beveva, si dichiara che uno che mangia e che beve. Infatti non è detto che Giovanni non beveva in alcun modo, ma che non beveva vino né bevanda inebriante: dunque beveva acqua. Il suo cibo poi non era del tutto inesistente, ma consisteva in locuste e miele selvatico. Perché dunque si dice che non mangiava e non beveva se non perché non faceva uso del cibo comune dei Giudei? Se quindi il Signore non ne avesse fatto uso, non sarebbe stato considerato a suo confronto uno che mangiava e beveva. C’è da meravigliarsi invece se si dice che non mangia colui che si ciba di locuste e miele selvatico, e si dice che mangia chi si accontenta di pane e legumi.

Ilario: In un senso mistico, la predicazione stessa di Giovanni Battista non riuscì a convertire i Giudei. La legge era apparsa loro pesante, difficile e fastidiosa a causa di certe prescrizioni sulle bevande e sui cibi. Era loro impossibile non peccare nella legge, a causa della difficoltà di osservarla, ed è così che la legge li sottometteva al demonio; e d’altra parte la predicazione del Vangelo in Cristo non piacque loro malgrado la libertà che essa rendeva alla vita, e le difficoltà e i fardelli della legge che faceva cessare: solo i pubblicani e i peccatori credettero. E così i Giudei, dopo così grandi e vani avvertimenti, non furono giustificati dalla grazia e furono abbandonati dalla legge. E allora alla sapienza fu resa giustizia dai suoi figli, vale a dire da coloro che rubano il regno dei cieli mediante la giustificazione per la fede, professando la giusta opera della sapienza, che aveva trasferito il suo dono dagli ostinati ai fedeli.

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