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sabato 13 gennaio 2018

Matteo, Capitolo 9, Versetti 14-17



Allora si avvicinarono a lui i discepoli di Giovanni dicendo: Perché noi e i Farisei digiuniamo frequentemente mentre i tuoi discepoli non digiunano? E disse loro Gesù: Forse che gli amici dello sposo possono piangere finché lo sposo è con loro? Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno poi mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, poiché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Né mettono vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri vanno perduti, ma mettono il vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano.

Girolamo: Interrogazione superba e riprovevole vanteria del digiuno! Né potevano essere scusati i discepoli di Giovanni che si univano ai Farisei che essi sapevano bene essere stati condannati dal loro maestro, e che calunniavano colui che la sua voce aveva annunziato. 

Rabano: Giovanni infatti non bevette né vino né birra, il che aumenta in lui il merito dell’astinenza, non avendo la natura potere su di lui. Ma il Signore, che può condonare i peccati perché eviterebbe di mangiare con i peccatori, lui che può renderli più giusti di coloro che praticano l’astinenza? Cristo digiuna per non trascurare il precetto, ma mangia con i peccatori affinché tu comprenda la grazia e il potere.

Girolamo: Lo sposo è Cristo, la sposa la Chiesa. Da questo connubio spirituale sono stati creati gli Apostoli, i quali non possono piangere finché vedono lo sposo nel talamo, e sanno che lo sposo è con la sposa. Quando però le nozze passeranno, e giungerà il tempo della passione e della resurrezione, allora gli amici dello sposo digiuneranno.

Crisostomo: Il tempo presente è di gioia e letizia, quindi non bisogna introdurre cose tristi; in realtà il digiuno è triste non naturalmente, ma per coloro che sono ancora in una disposizione debole, mentre è soave per coloro che desiderano darsi alla contemplazione della sapienza; per cui parla secondo la loro opinione. Con ciò dunque mostra che ciò non dipende dalla gola, ma da una certa dispensa.

Crisostomo: Di nuovo con esempi comuni conferma questo discorso, quando aggiunge: Nessuno poi mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, poiché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore; come se dicesse: i miei discepoli non sono stati ancora resi forti, ma hanno bisogno ancora di molta condiscendenza; non sono stati ancora rinnovati nello Spirito. A persone così disposte non conviene imporre il gravame dei precetti. Disse ciò dando ai suoi discepoli la regola di accogliere i discepoli di tutto il mondo con mansuetudine.

Remigio: Chiama i suoi discepoli otri vecchi poiché non erano stati ancora perfettamente rinnovati. Chiama vino nuovo la pienezza dello Spirito Santo, e la profondità dei misteri celesti, che allora i discepoli non potavano sostenere; ma dopo la resurrezione furono resi otri nuovi, e ricevettero il vino nuovo quando lo Spirito Santo riempì i loro cuori.

Glossa: Con ciò dunque indica che gli Apostoli non dovevano essere trattenuti nelle vecchie osservanza, poiché dovevano essere colmati dalle novità della grazia.

Ilario: In senso mistico questa risposta sulla non necessità del digiuno in presenza dello sposo contiene una lezione sulla gioia che deve risultare dalla sua presenza, e sul sacramento del nutrimento divino di cui nessuno avrebbe bisogno in presenza di Cristo (cioè avendo Cristo davanti allo sguardo dell’anima); ma quando egli sarà tolto dice che i suoi discepoli digiuneranno, poiché tutti coloro che non crederanno che egli è risorto non avranno il cibo della vita. Infatti il sacramento del pane del cielo viene ricevuto nella fede della resurrezione.


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