E avvicinandosi a Gerusalemme e a Betania al monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli e disse loro: Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando là troverete un asinello legato sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. E se qualcuno vi dirà: Che cosa fate?, dite che il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito. E andando trovarono un asinello legato vicino alla porta fuori nel bivio, e lo sciolsero. E alcuni dei presenti dissero loro: Che cosa fate sciogliendo l'asinello? E dissero loro come aveva comandato loro Gesù, e li lasciarono andare. E condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi sedette sopra. E molti stendevano sulla strada i loro mantelli e altri delle fronde che avevano tagliate dai campi. E quelli che precedevano e quelli che seguivano gridavano dicendo: Osanna, «Benedetto colui che viene nel nome del Signore», Benedetto il regno che viene del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!
Crisostomo: Dopo che il Signore aveva dato delle prove sufficienti della sua potenza, e la croce era già alle porte, operò tutto con maggiore chiarezza, così che avrebbe infiammato gli avversari; e quindi, sebbene molte volte prima fosse salito a Gerusalemme, tuttavia mai con tanta eccellenza come adesso. Teofilatto: Al fine che, se volevano, potessero riconoscere la sua gloria e per le profezie compiute a suo riguardo sapessero che era vero Dio; se invece non volevano, subissero un giudizi più severo, per non avere creduto a miracoli così chiari.
Segue: E quelli che precedevano e quelli che seguivano gridavano dicendo: Osanna, «Benedetto colui che viene nel nome del Signore». Crisostomo: La moltitudine infatti, finché non fu corrotta, conobbe ciò che era conveniente; per cui onorificò Gesù, ciascuno secondo la propria virtù; per cui coloro che lo lodavano assunsero un inno levitico dicendo Osanna, che secondo alcuni significa: Salvami, secondo altri: Inno. Ritengo però che il primo senso sia più vero, poiché nel Salmo 175,25 si ha: «Signore salvami», che in ebraico è scritto Osanna. Girolamo: Gli uomini gridano: «salvami», poiché ciò che essi domandano è di essere salvati da quel benedetto, quel vincitore, colui che viene nel nome del Signore, vale a dire di suo Padre. Egli viene nel suo nome, poiché il Figlio riceve il nome del Padre, come il Padre riceve il nome del Figlio.
Segue: Benedetto il regno che viene del nostro padre Davide. Teofilatto: Dicevano regno di Davide il regno di Cristo sia perché Cristo era della discendenza di Davide, sia perché Davide si interpreta forte di mano: chi infatti fu forte di mano se non il Signore, la cui mano ha operato tanti e tali miracoli?
Beda: Leggiamo poi nel Vangelo di Giovanni che fuggì sul monte perché non lo facessero re. Ma ora che viene a patire a Gerusalemme non fugge coloro che lo chiamano re, per mostrare chiaramente che l'impero che egli vuole fondare non è un impero terreno e temporale, ma celeste ed eterno, e che egli vi giungerà con il disprezzo della morte. Bisogna poi notare quanto sia grande la consonanza della folla con la voce di Gabriele, il quale dice (Lc 1,32): «Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre», perché egli trascini ai cieli, con la parola e l'esempio, la nazione che un tempo Davide resse con un governo temporale.
Beda: L'asinello figlio d'asina, lascivo e libero, indica il popolo delle nazioni, nel quale nessuno è mai salito. Infatti nessun dottore umano aveva ancora posto il suo seggio su questo popolo e gli aveva, ispirandogli la saggezza, messo il freno della disciplina per impedirgli di dare la sua lingua al male, e per forzarlo a entrare nello stretto sentiero della vita. Trovarono poi l'asinello legato e fuori dalla porta, poiché il popolo gentile era legato dai vincoli dei suoi peccati davanti alla porta della fede, cioè fuori dalla Chiesa. Ambrogio: Oppure lo trovarono legato davanti alla porta poiché chiunque è fuori da Cristo è fuori sulla strada, mentre che è in Cristo non è fuori. Aggiunge: nel passaggio, cioè nel bivio, dove non c'era proprietà individuale. Esso era là senza stalla, senza nutrimento, senza mangiatoia. Quale schiavitù quella in cui il diritto è indeterminato: infatti ha più padroni colui che non ne ha nessuno. Gli estranei legano per possedere, questo invece scioglie per conservare, poiché egli sa che i benefici sono legami più potenti delle catene.
Segue: vi gettarono sopra i loro mantelli. Beda: […] I vestimenti apostolici che sono messi su di lui sono o la dottrina delle virtù, o il dono dell'intelligenza delle Scritture, o la varietà dei dogmi della Chiesa: tutte queste cose che, rivestendo i cuori degli uomini prima freddi e nudi, li rendono degni di servire da seggio a Cristo. Girolamo: Cioè apportarono la prima stola dell'immoralità mediante il sacramento del battesimo. Gesù poi si siede su di esso, cioè comincia a regnare in esso, affinché non regni il peccato della carne lasciva, ma la giustizia e la pace e il gaudio dello Spirito Santo.
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