(card. G. Siri, omelia per l'Assunzione, Sestri Ponente, 1963)
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È ben noto a voi che la verità della Assunzione della Vergine ci porta all'ultimo momento della sua traiettoria terrena; ultimo momento che è diverso da quello di tutte le altre creature passate in questo mondo, perché Essa, vittoriosa della morte, nella unità dell'anima e del corpo, entra nella gloria eterna, Madre di Cristo e Regina di tutte le cose. La festa di oggi ci fa guardare all'ultimo momento.
Ed ecco un particolare che può sembrare strano: il Vangelo che è stato cantato invece riguarda il primo momento, non l'ultimo, riguarda cioè i primi giorni che seguono l’Annunciazione della Vergine. È una cosa strana che nella festa dell'ultimo momento si legga il Vangelo che riguarda il primo momento. Ci chiederemo il perché.
Vedete, perché nel giorno in cui si ricorda l'ultimo episodio della Vergine si legge questo brano che riguarda il principio? Perché a principio la sua strada era già segnata, ed il principio sta all'altezza della fine. La strada della Vergine è fra questi due punti, la sua strada.
Vi prego di dare uno sguardo alla sua strada, perché è qui dove caveremo qualcosa che sarà utile a noi. Credete voi che le sia stato tolto in questa strada di soffrire, di combattere? No, il dolore le era stato lasciato tutto; le dimensioni umane della sua via rimangono. Vedete, appena avuto l'annuncio di essere la Madre di Gesù, è andata a trovare Elisabetta: sono 150 chilometri. Badate, che li ha fatti a piedi: le dimensioni umane rimangono intatte! Lei non è mica stata ospite d'onore! É andata e ha fatto la serva, essa, la Madre di Dio! Come vedete, la dimensione umana resta. Ha fatto la serva per tre mesi! Sua cugina era vecchia e bisognava servirla. Lo ha fatto. Si è mossa essa.
Vedete, si è mossa poi sempre: tutti i Santuari di questo mondo che hanno avuto origine da una apparizione della Vergine sono la continuazione di questo. È essa che va a trovare i suoi figli, e il fatto che abbiamo letto questa mattina ha continuato a ripetersi dopo la sua Assunzione. Chissà quante altre volte si ripeterà ancora nella storia!
Nasce il un bambino: dove va a nascere? Dimensione umana: va a nascere in una stalla. E Betlemme stava a quasi duecento chilometri da Nazareth, e quel cammino lo ha fatto a piedi. E’ andata a finire in una stalla perché non c'è stato posto per lei, e così ci sono stati gli Angeli e gli animali, tutte e due i tipi fuori causa del peccato. Gli angeli, non occorre molto a capirlo. Gli animali, poveretti, sono sempre onesti, e per quanto noi li chiamiamo animali, siamo molto peggiori di loro; essi non peccano mai, noi sì! È forse è per questo che i testimoni della nascita del Verbo Incarnato sono stati gli Angeli e gli animali. Dopo sono arrivati i pastori, semplici, sono arrivati dopo, chiamati, ma quelli e quelli solo. Gli altri non hanno avuto invito. La dimensione umana di povertà, di abbandono è rimasta. Si scatenano le ire di Erode; bel tipo sapete, quello! Aveva ammazzato sua moglie, i suoi figli, sua suocera, ne aveva fatto di tutti i generi. Nato il Messia, pensò di ammazzare anche quello. E allora dovette scappare in Egitto. Non accadde mica un miracolo per levarla dai pasticci. Le proprie gambe, forse un somarello, e a piedi fino in Egitto. Era un bel turismo, sapete, e lo ha fatto. Là in terra straniera a combattere con la misconoscenza e la fame. La dimensione umana è continuata; e così tutta la vita.
Gesù Cristo è andato in Croce, e quando c'è stato da dividere col Figlio l'insulto, il disdoro e il resto di peggio, allora è venuta fuori, Gli è andata incontro, Gli si è messa a fianco, non è svenuta, è andata fuori, è andata al Calvario e vi è rimasta a patire nell'anima tutto quello che Cristo ha patito nel corpo, ma non è svenuta. La dimensione umana rimane.
Quando è piaciuto al Signore Nostro di chiamarla al premio eterno, e siamo qui all'Assunzione, la morte si è scostata. La morte, che non ha riguardo per nessuno e non avrà riguardo per noi, si è scostata. Fino all'ultimo la dimensione umana; ma la più umana delle cose, l'ultima, la morte, si scosta, si ritira, ed ecco l'Assunta in Cielo. La dimensione umana della povertà, della difficoltà, della solitudine, della persecuzione, intera: ecco la sua via.
Ho ritenuto opportuno richiamarvela perché pensaste a quella dimensione umana che è testimone di una comprensione materna quale nessuna madre di questo mondo può uguagliare, che è testimone e documento, pertanto, di una fiducia che possiamo avere nella Madre che è passata per la stessa strada per cui passiamo noi.
Eccovi nostra Madre nel giorno della sua gloria; eccovela con questa dimensione umana in mano che è la testimonianza di quanto Iddio ci ama, perché Dio per amarci tutto quello che riguarda la Sua manifestazione l'ha fatto in modo umano!
Vedete: quelli che vanno a trovare i poveri troppo ben vestiti, li umiliano. Bisogna andarci dimessi. Ma l'unico che ha fatto veramente così è stato Iddio, e il Verbo s'è fatto uomo come noi, e la Madre per la quale è entrato nel mondo è stata nelle dimensioni di povertà, di difficoltà, di aridità in cui ci siamo trovati noi. Vedete: è Dio solo che sa rendersi umano, quando scende agli uomini. Gli nomini dicono, dicono, ma, appena possono, cercano di far credere di essere divini e fanno ridere quando non fanno pietà! Credete: è meglio guardare a queste cose, in alto. Là troviamo il respiro dell'anima nostra e la fiducia nella speranza perché, se Iddio è stato così umano, sentiamoci quello che siamo, peccatori e piccoli, e poi nelle mani di Dio ci si sta benissimo.
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