Nell'VIII secolo, i cristiani spagnoli erano trattati con tolleranza dai
loro dominatori musulmani, a meno the non tentassero di convertire
qualcuno dall'islam o lo attaccassero apertamente. Quando Cordova
divenne un emirato indipendente, i suoi emiri Abdur Rahman I e Maometto I
iniziarono una persecuzione molto più energica, e tra le vittime vi fu
Aurelio, figlio di un musulmano e di una spagnola.
Cresciuto
nella fede cristiana, aveva convertito sua moglie Sabigoto, per metà
d'origine musulmana, che aveva cambiato il suo nome in Natalia al
momento del battesimo; i due sposi, tuttavia, apparentemente si
uniformavano alle regole islamiche, pur continuando a professare il
cristianesimo segretamente.
Un giorno Aurelio vide picchiare
pubblicamente un mercante cristiano per avere affermato che l'islam era
una falsa religione, fatto che lo spinse a riflettere sulla sua codardia
nel nascondere la sua vera fede religiosa.
Non fu facile
decidere il da farsi, poiché aveva due figli piccoli, e perciò, con
Natalia, consultò S. Eulogio (11 mar.), un sacerdote conosciuto in città
per aver contribuito molto a incoraggiare i cristiani del luogo a non
convertirsi, morto come martire qualche anno dopo; egli consigliò loro
di provvedere adeguatamente ai figli, materialmente e spiritualmente, e
ammettere apertamente la loro fede cristiana.
Si unì a loro Felice, un parente di Aurelio, che aveva accettato l'islam, ma si era riconvertito al cristianesimo, assieme alla moglie Liliosa, che era rimasta fedele a Cristo. Quando le SS. Flora e Maria (24 nov.) furono giustiziate perché cristiane, Natalia e Liliosa diventarono ancora più esplicite nel dichiarare la loro fede, recandosi nelle chiese della città a volto scoperto. I quattro, assieme a un certo numero di cristiani, furono arrestati mentre partecipavano alla Messa in casa di Aurelio, accusati d'apostasia nei confronti dell'islam, e condannati a morte.
Un monaco di nome Giorgio, che si era recato a Cordova per cercare donazioni per il monastero di S. Saba, vicino a Gerusalemme, fu arrestato insieme a loro, e quando il tribunale decise di rilasciarlo perché straniero, attaccò apertamente l'islam e fu giustiziato con il resto del gruppo nell'852.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Córdova nell’Andalusia in Spagna, santi martiri Giorgio, diacono e monaco siro, Aurelio e Sabigoto (Natalia), coniugi, e Felice e Liliosa, ugualmente coniugi, che durante la persecuzione dei Mori, mossi dal desiderio di testimoniare la fede in Cristo, gettati in carcere non cessarono mai di lodare Cristo e morirono, infine, decapitati.
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