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domenica 10 luglio 2022

Beati Emanuele Ruiz e Compagni

 

Dopo la guerra di Crimea, al governo turco fu chiesto di trattare la questione cristiana più lealmente, perciò nel 1856 il sultano emise un decreto in cui dichiarava che tutti gli abitanti dell'impero turco dovevano essere trattati allo stesso modo in merito alla tassazione e all'impiego negli uffici pubblici, decisione che causò risentimento tra molti musulmani e che fu una delle cause del terribile massacro di cristiani che avvenne in Siria quattro anni dopo. In particolare, i drusi, un'antica setta musulmana siriana, si opposero all'espandersi del cristianesimo in zone tradizionalmente islamiche, e nella primavera del 1860 un certo numero di piccoli incidenti e attacchi da entrambe le parti condusse al conflitto aperto. I cristiani erano stati disarmati e furono incapaci di difendersi in modo appropriato, così i loro villaggi furono saccheggiati e migliaia di fedeli uccisi; inoltre le autorità turche sembrarono disposte a lasciar che la questione seguisse il suo corso. A Zahleh furono uccisi cinque sacerdoti gesuiti, e a Der alKamar l'abate del monastero cristiano maronita e i suoi venti monaci. Il 9 luglio i disordini raggiunsero Damasco, dove iniziò il massacro della numerosa popolazione cristiana. Il governatore della città non intervenne a fermare l'eccidio, il saccheggio e gli incendi, ma un emiro algerino, Abd el Khader, offrì rifugio a diverse centinaia di cristiani, siriani ed europei, che aveva salvato nei dintorni della città, e rischiò la vita rifiutando la richiesta della folla di consegnarli nelle sue mani. Una stima moderna afferma che ne morirono quasi quattordicimila in tutta la Siria, di cui duemila a Damasco; ci fu una protesta internazionale in merito a questo massacro, e centinaia di quelli che vi avevano preso parte furono giustiziati. Undici dei cristiani uccisi furono beatificati nel 1926: otto frati minori francescani e tre laici maroniti. Sette frati erano spagnoli: Emmanuel Ruiz, il guardiano, nato nel 1804, quando la folla irruppe nella sua casa la notte del 9 luglio, corse in chiesa per prendere il SS. Sacramento e quando gli fu ordinato di aderire all'islam sotto minaccia di morte, replicò: «Sono cristiano e morirò da cristiano» e così fu immediatamente assassinato all'altare. Gli altri spagnoli erano: Carmelo Volta, Nicanorc Ascanio, Pietro Soler; Nicola Alberga, Francesco Pinazo e Giovanni Giacomo Fcrna'ndez, questi ultimi entrambi fratelli laici. L'ottavo frate era austriaco, Engelberto Kolland, che riuscì quasi a scappare travestendosi da donna siriana, ma i suoi sandali francescani lo tradirono; rifiutò di apostatare e fu assassinato. Anche se la maggior parte del popolo laico che si rifugiava nel convento fu risparmiata o riuscì o fuggire, tre fratelli vennero assassinati: Francesco, Abdel-el-Mooti e Raffaele Massabki, chc non furono inclusi nella causa di beatificazione iniziata nel 1885 fino al 1926, ma un incartamento completo del loro caso è stato conservato dal vescovo maronita di Damasco, e ciò ha permesso che la loro causa fosse completata in meno di sei mesi.


MARTIROLOGIO ROMANO. A Damasco in Siria, passione dei beati martiri Emanuele Ruíz, sacerdote, e compagni21, sette dell’Ordine dei Frati Minori e tre fratelli fedeli della Chiesa Maronita, che, con l’inganno consegnati ai nemici da un traditore, furono sottoposti per la fede a varie torture e conclusero il loro martirio con una morte gloriosa. 

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