Se la fede è virtù della ragione, la mancanza di essa è un vizio della volontà. L’eresia vive nella comprensione; però la sua origine e il progresso nascono nel cuore. Quando si comincia a vivere male, secondo principi non cristiani, automaticamente la fede inizia a vacillare. Non vogliamo che quello che ci incomoda, sia verità, quando seguiamo un cammino più facile o di maggiore convenienza. Il cuore schiavo della passione corrompe e inganna la ragione. Dal dubbio si passa rapidamente all’errore; e una volta che l’orgoglio, l’immoralità, l’avarizia, la vendetta dominano il terreno, non si applica più la ragione per combattere le illusioni ma al contrario si seguono e si sostengono. In questo deplorevole stato, le verità più terribili della fede si considerano come preoccupazioni dell’infanzia e dell’educazione. Interamente corrotta per la malvagità del cuore, la ragione si costituisce giudice supremo della fede. Tutto ciò che non arriva alla ragione naturale, è condannato; non si crede a niente tranne quello sostenta la giurisdizione delle sue idee. Avendo ben analizzato tutto questo, possiamo confutare che in tutti i tempi fruttano tanti errori e le sette più perniciose. Cercando l’origine, che è molto facile da incontrare, possiamo scoprire la vera natura nefasta, cioè le eresie. E possiamo anche capire che le differenze sui dogmi nascono dalle differenti passioni. L’ambizione arrogante solo crea le ribellioni contro la Chiesa e il suo furore contro le verità di fede.
Oh Dio mio, quanto è importante conservare la purezza dei costumi se si vuole conservare la purezza della fede!
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