In quel giorno gli si avvicinarono i sadducei, i quali dicono che non
c’è risurrezione, e lo interrogarono dicendo: Maestro, Mosè ha detto: Se uno
morirà senza avere figli, suo fratello prenda in sposa la vedova e dia una
discendenza a suo fratello. Ora, c'erano presso di noi sette fratelli e il
primo, presa moglie, morì, e non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo
fratello. Similmente il secondo, e il terzo, fino al settimo. Da ultima, fra
tutti, morì anche la moglie. Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette sarà
moglie? Tutti infatti l'hanno avuta in moglie. Ma Gesù rispondendo disse loro: Vi
sbagliate, non conoscendo le Scritture né la potenza di Dio. Infatti nella
risurrezione non si prende né moglie né marito, ma saranno come angeli di Dio nel
cielo. Della risurrezione dei morti poi non avete letto ciò che vi fu detto da
Dio: «Io sono il Dio di Abramo e il
Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe»? Non è il Dio dei morti, ma dei vivi. E la
folla udendo era ammirata della sua dottrina.
Crisostomo: Una volta confusi i discepoli dei Farisei con
gli Erodiani, si presentano i sadducei, sebbene convenisse loro essere più
pigri, per la confusione dei primi. Però la presunzione progetta molte volte
cose stravaganti, ed è pertinace nel tentare cose impossibili. Per questo
l’Evangelista, meravigliato della loro stupidità, significa questo dicendo: In quel giorno gli si avvicinarono i
sadducei.
Girolamo: C’erano due sette tra i Giudei, una dei Farisei e
l’altra dei sadducei. I farisei facevano ostensione della giustizia, delle
tradizioni e delle osservanze, motivo per cui il popolo li chiamava «divisi».
Però i sadducci, prendendo questo nome che significa «giusto», pretendevano di
essere ciò che non erano; e mentre quelli credevano e confessavano la
risurrezione del corpo e l’immortalità dell’anima, come anche gli Angeli e lo
spirito, secondo quanto si legge nel libro degli Atti degli Apostoli, questi
negavano tutto. Per cui si dice: i quali
dicono che non c’è risurrezione.
Gregorio: Ci sono alcuni i quali credono che lo spirito si
separi dalla carne, che la carne imputridisca e la putredine si riduca a
polvere, e la polvere si dissolva negli elementi, in modo che mai più possa
essere vista dagli occhi umani, e per questo non confidano che possa aver luogo
la risurrezione; come anche non credono, quando vedono le ossa aride, che
queste possano essere rivestite di carne e ritornare ad avere vita. Agostino: Non perisce però per
Dio la materia, alla quale appartiene la carne di cui sono formati i mortali.
Qualunque sia la polvere o la cenere in cui si dissolva, o l’aria o il vento
che la portino, per quanto si converta in sostanza di altri corpi, o sia
ridotta agli stessi elementi, per quanto serva di alimento agli animali e
persino agli uomini e si trasformi nella loro carne, essa sarà restituita a suo
tempo a quell’anima umana che primitivamente la vivificò perché l’uomo
nascesse, vivesse e crescesse.
Segue: e lo interrogarono dicendo: Maestro, Mosè ha detto: Se uno morirà… Crisostomo: Poiché infatti la
morte era un male insopportabile fra i Giudei, che riducevano tutto alla vita
presente, Mosè aveva ordinato nella legge che la moglie di chi fosse morto
senza figli doveva sposarsi con col fratello del defunto, perché nascesse a
questi un figlio di suo fratello, e così non si estinguesse il suo nome. Il che
rappresentava una certa consolazione rispetto alla morte. Nessun altro
all’infuori di un fratello o di un parente doveva prendere la moglie del
defunto, poiché in altra maniera non si poteva sopportare che il figlio nato da
tale unione fosse figlio di colui che era morto. E d’altra parte un estraneo
non avrebbe avuto alcun obbligo di sostenere la casa del defunto come il
fratello era obbligato a farlo dalla stessa parentela.
Segue: Ma Gesù rispondendo disse loro: Vi sbagliate, non conoscendo le
Scritture né la potenza di Dio. Origene:
Il Signore dice che non conoscono due cose: le Scritture e la potenza di Dio,
per il quale comincia la risurrezione e ha inizio una nuova vita. Il Signore,
argomentando contro i sadducei poiché non conoscevano il potere di Dio, insegna
loro che non conoscevano nemmeno lui: egli era la potenza di Dio e non lo
conoscevano poiché ignoravano ciò che dicevano le Scritture riguardo a lui.
Pertanto non credevano nella risurrezione che egli avrebbe dovuto inaugurare
[…].
Crisostomo: Il fatto che dica che nella risurrezione non si prende né marito né moglie si riferisce a
quello che aveva detto: non conoscete la
potenza di Dio. Però quando disse: Io
sono il Dio di Abramo …, si riferisce a quello che disse loro: Non conoscete le scritture. In realtà
nelle questioni conviene allegare per prima l’autorità delle Sacre Scritture
contro i calunniatori, e spiegare poi il motivo. A coloro che chiedono per
ignoranza rispondiamo invece esponendo in primo luogo le ragioni e
confermandole poi con l’autorità. Conviene infatti confondere i calunniatori e
insegnare a coloro che interrogano con buona fede.
Segue: ma sono come angeli di Dio nel cielo. Crisostomo: Con questo risponde molto opportunamente a ciò
che gli si domanda. Questa era la causa per cui pensavano che non fosse
possibile la risurrezione: poiché pensavano che coloro che risuscitavano
sarebbero risuscitati nella stessa condizione. Questa ragione fu respinta dal
Salvatore, il quale disse che sarebbero risuscitati in uno stato differente. Girolamo: E quanto a quello che
segue: saranno come angeli di Dio in
cielo, torna a promettere la forma spirituale della vita futura. Dionigi: Infatti, quando saremo
incorruttibili e immortali, ci vedremo in presenza dello stesso Dio, inondati
di purissima contemplazione; parteciperemo del dono della luce e
dell’intelligenza in una immaginazione impassibile e spirituale allo stesso
modo delle intelligenze celestiali. Per questo dice che non saremo uguali agli
Angeli.
Segue: Della risurrezione dei morti poi non avete letto. Girolamo: Per comprovare la
verità della risurrezione poteva utilizzare molti altri esempi, più chiari,
come Is 26, 9: «Risusciteranno i morti, e risusciteranno coloro che sono nei sepolcri»;
e in un altro luogo (Dn 12, 2): «Molti
che dormono risorgeranno dalla polvere della terra». Ci si domanda perché il
Signore diede la precedenza a questa testimonianza che sembra ambigua, senza
relazione diretta con la verità della risurrezione. E come se ciò che era stato
detto provasse quello che si proponeva, aggiunse in seguito: Non è il Dio dei morti, ma dei vivi. Ma
abbiamo già detto sopra che i sadducei non credevano né nell’esistenza degli
Angeli, né in quella degli spiriti, né in quella della risurrezione dei corpi,
né nell’immortalità dell’anima, poiché accettavano soltanto i cinque libri di
Mosè disprezzando i vaticini dei Profeti. Era dunque inutile aggiungere delle
testimonianze la cui verità non ammettevano. Così, per provare l’immortalità
dell’anima pone l’esempio di Mosè: Io
sono il Dio di Abramo; e subito aggiunge: Non è il Dio dei morti, ma dei vivi. In modo che dopo aver provato
che le anime sussistono dopo la morte (non poteva essere il Dio di coloro che
non sussistono), convenientemente introduce anche la risurrezione dei corpi,
che con le loro anime operarono il bene e il male. […]. Girolamo [Ilario]: Si deve anche considerare che queste
parole erano dirette a Mosè dopo che erano morti i santi Patriarchi: esistevano
dunque poiché Dio era il loro Dio; nulla infatti potevano possedere se non
esistevano, poiché nella natura delle cose c’è che esista necessariamente colui
che possiede qualcosa; e possedere Dio è proprio di vivi, poiché Dio è l’eternità,
e coloro che sono morti non possono possedere ciò che è eterno. E come si
negherà che esistono ed esisteranno sempre coloro che dicono di possedere l’eternità?
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