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martedì 18 dicembre 2018

Matteo, Capitolo 18, Versetti 21-22


Allora Pietro, accostandosi a lui, disse: Quante volte devo perdonare al mio fratello che ha peccato contro di me? Fino a sette volte? Gli dice Gesù: Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Girolamo: Sopra il signore aveva detto (v. 10): <<Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli>>, e aveva aggiunto (v. 15): <<Se il tuo fratello avrà peccato contro di te …>>, e aveva promesso un premio dicendo: <<Se due di voi …>>, per cui l’Apostolo Pietro, provocato da queste parole, fa una domanda, ed è quanto è detto: Allora Pietro, accostandosi a lui, disse: Quante volte devo perdonare al mio fratello che ha peccato contro di me?, e con la domanda proferisce la sentenza: Fino a sette volte?

Crisostomo: Pietro riteneva di aver detto qualcosa di grande, ma quanto abbia risposto Cristo, amante degli uomini, è espresso con queste parole: Gli dice Gesù: Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Agostino: Oso dire: e se ha peccato settanta volte otto, perdona; e se cento, e per quante volte abbia peccato, perdona. Se infatti il Signore trovò mille peccatori e senza dubbio li perdonò tutti, non devi limitare la misericordia. Dice infatti l’Apostolo (Col 3, 13): <<Perdonatevi a vicenda, se qualcuno ha di che lamentarsi nei riguardi degli altri, come anche Dio vi ha perdonato in Cristo>>.

Crisostomo: Quando dunque dice: fino a settanta volte sette, non pone un numero determinato, così che con un numero chiuda la remissione, ma ha indicato ciò che continua per sempre.

Agostino: Non tuttavia senza motivo il Signore ha detto: settanta volte sette, infatti la legge è raccomandata con dieci precetti, e il peccato è indicato con il numero undici, che è la trasgressione del dieci. Il sette poi suole indicare il tutto, poiché il tempo si svolge con il ritmo di sette giorni. Ora, undici volte sette forma settantasette. Quindi ha voluto che tutti i peccati fossero perdonati, poiché li ha indicati con il numero settantasette.

Origene: Oppure, poiché il numero sei sembra essere dell’opera e del lavoro, mentre il settimo della pausa di riposo, dice che la remissione deve essere per i fratelli che si trovano in questo mondo, e che peccano secondo le cose di questo mondo. Se invece uno ha peccato oltre quei peccati, non avrà più la remissione.

Girolamo: Oppure bisogna intendere settanta volte sette, cioè quattrocentonovanta volte, così da rimettere al fratello che pecca tante volte quante egli ha peccato.

Rabano: Però in un modo si dà il perdono al fratello che lo chiede, cioè unendosi a lui con i legami della carità, come fece Giuseppe con i fratelli; e in un altro modo al fratello persecutore, così che gli vogliamo il bene, e, se è lecito, lo facciamo, come fece Daniele piangendo Saul.


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