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domenica 16 dicembre 2018

Matteo, Capitolo 18, Versetti 15-17


Se poi il tuo fratello peccherà contro di te, va e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, affinché <<ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni>>; se non li ascolterà, dillo all'assemblea; se poi non ascolterà l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. 

Crisostomo: Dopo che il Signore ebbe parlato con tanta veemenza contro quelli che scandalizzano, minacciandoli da ogni parte, affinché non diventino pigri coloro che sono oggetto di scandalo, e disprezzando ogni cosa cadano in un altro vizio, cioè nella negligenza, e pensando essi che li si perdoni in tutto si riempiano di orgoglio, qui il Signore li trattiene e comanda che si faccia il rimprovero dicendo: Se poi il tuo fratello peccherà contro di te, va e ammoniscilo fra te e lui solo.

Agostino: Il Signore ci avverte che non dobbiamo disprezzare vicendevolmente i nostri peccati, non vedendo che cosa riprendere, ma cercando che cosa correggere; dobbiamo ammonire con amore, non con desiderio di fare danno, ma con l’intenzione di correggere. S non fai così, diventi peggiore di colui che pecca. Egli, infliggendo un’ingiuria, ferisce se stesso con una ferita profonda. Tu disprezzi la ferita del fratello, e sei peggiore, tacendo, di lui che oltraggia.

Agostino: Con frequenza si dissimula criminalmente la verità, alcune volte non istruendo o non consigliando i cattivi, altre non correggendoli ed evitando ad essi di essere ripresi. E ciò sia per non assumerci questa fatica, sia per non perdere la loro amicizia, sia perché non ci siano di ostacolo e non ci pregiudichino le cose temporali, che la nostra ambizione desidera acquistare o la nostra debolezza ha paura di perdere. Se qualcuno tralascia di riprendere o di correggere quelli che operano male per il motivo che spera in un’occasione più opportuna, o credendo che non si faranno peggiori, o non saranno di impedimento all’insegnare a quelli che sono deboli una vita buona e pietosa, o che non li costringeranno e ritrarranno dalla fede, non mi sembra che ciò si debba a una passione, ma a un consiglio della carità. Con molta più ragione i capi delle Chiese, collocati in cima ad esse, devono correggere i peccati. E non sono esenti da errori di questo genere quelli che, benché non siano superiori, conoscono e trascurano molte cose che dovrebbero rimproverare, correggendo coloro a cui sono intimamente uniti per i lacci di una vita comune; e non li correggono per evitare a sé gli inconvenienti che risulterebbero in ragione delle cose temporali di cui fanno uso lecitamente, ma nelle quali si dilettano più di quanto devono.

Agostino: Però l’Apostolo dice (1 Tm 5, 20): <<Riprendi davanti a tutti chi pecca, affinché anche gli altri abbiano timore>>.  Dunque devi sapere che talvolta il fratello va corretto a tu per tu, e talvolta invece davanti a tutti. Che cosa poi bisogna fare prima, intendete e vedete. Dice il Signore: Se il tuo fratello peccherà contro di te, va e ammoniscilo fra te e lui solo. Perché?  Perché ha peccato contro di te? Che cosa significa: ha peccato contro di te? Tu sai che ha peccato, e dato che fu segreto il peccare contro di te, devi cercare il segreto anche quando correggi le cose in cui ha peccato. Poiché se tu solo sai che ha peccato contro di te, correggerlo davanti a tutti non è correggerlo, ma denunciarlo. Dunque tuo fratello ha peccato contro di te, e tu solo lo sai. Allora ha peccato realmente contro te solo. Se però ti ha ingiuriato udendolo molti, ha peccato anche contro quelli che ha reso testimoni della sua iniquità. È necessario dunque correggere davanti a tutti coloro che hanno peccato davanti a tutti, e in segreto coloro che hanno peccato in segreto. Distinguete i tempi e concordate le Scritture. E perché correggi il prossimo? Perché ti lamenti che ha peccato contro di te? Non lo voglia Dio: se lo fai per amore che hai verso di te, non fai niente; se invece lo fai per amore del prossimo, operi molto bene. Considera le parole del testo per vedere se lo devi fare per te o per il prossimo. Le parole sono queste: Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello. Dunque per guadagnare il tuo fratello, fallo per lui. Ricorda che tu sei perito peccando contro l’uomo: poiché se non fossi perito, come ti avrebbe egli guadagnato? Nessuno dunque disprezzi l’offesa fatta a un fratello.

Crisostomo: Che cosa poi devi fare se non si persuade, è detto con le parole: se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone. Quanto più infatti sarà stato inverecondo e pertinace, tanto più dobbiamo preoccuparci della medicina, non passare all’ira e all’odio. Infatti il medico, quando vede che la malattia non regredisce, non desiste, ma si prepara ancora di più per vincerla. Vedi come questa correzione viene fatta non per vendetta, ma per l’emendamento; e per questo non dice di prendere subito due persone, ma solo quando egli non vuole essere corretto. E non chiama attorno a lui una moltitudine, ma una o due persone; e adduce la testimonianza della legge dicendo: affinché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni, come se dicesse: hai già un testimone, poiché hai fatto tutto ciò che stava in te.

Se non li ascolterà, dillo all'assemblea. Glossa: Dillo a tutta la Chiesa, affinché sia maggiormente svergognato. Dopo tutte queste cose segue la scomunica, che deve essere fatta per bocca della Chiesa, cioè dal sacerdote; e quando egli scomunica, tutta la Chiesa opera con lui; per cui segue: se poi non ascolterà l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.

Origene: Vediamo se questa massima non comprenda ogni classe di peccato. Però, se uno ha commesso qualcuno di quei peccati che conducono alla morte, per esempio se ha commesso omosessualità, o e adultero, o omicida, o effeminato, c’è ragione perché un simile uomo lo riprenda uno solo e a tu per tu, e se ascolta lo si dica guadagnato? Se non ascolta bisognerebbe, per cacciarlo dalla Chiesa, attendere di averlo ripreso davanti a molti testimoni e davanti alla Chiesa, e aver sopportato tutta questa persistenza nel suo male? Ci sono alcuni che, guardando l’immensa misericordia di Cristo, insegnano che, non facendo le parole di Cristo distinzione di peccati, si va contro questa misericordia divina accordando ai soli peccati minori il beneficio di queste parole. Altri, al contrario, considerando attentamente le parole di Cristo, sostengono che non sono applicabili a ogni classe di peccato, dato che colui che commette peccati gravi è fratello solo nel nome; e secondo l’Apostolo (1 Cor 5) non è lecito neanche mangiare con lui. Come poi coloro che dicono che questo passo comprende ogni classe di peccato aprono ai negligenti la porta del peccato, così al contrario coloro che sostengono che nei peccati veniali e non nei mortali è dove si deve guardare il peccatore che non ha voluto udire la reprensione davanti ai testimoni o alla Chiesa come un pagano e un pubblicano, sembra che introducano una dottrina crudele. Noi non possiamo affermare che l’uomo non abbia altro rimedio che quello di perire. Primo, poiché se non ha obbedito alle tre reprensioni, può obbedire alla quarta. Inoltre poiché alcune volte, cosa quasi necessaria in questo mondo, non si dà all’uomo secondo le sue opere, ma più di quanto abbia peccato. Infine, poiché non ha detto solo: sia come un pagano e un pubblicano, ma sia per te. Chi dunque, corretto tre volte in un peccato lieve, non si emenda, noi dobbiamo ritenerlo come un pagano e un pubblicano, tenendoci lontani da lui affinché sia confuso. Se poi anche da Dio venga giudicato come un pubblicano e un pagano, non sta a noi stabilirlo, me è nel giudizio di Dio.


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