Se poi il tuo fratello peccherà contro di te, va e ammoniscilo fra te e
lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti
ascolterà, prendi con te una o due persone, affinché <<ogni cosa sia
risolta sulla parola di due o tre testimoni>>; se non li ascolterà, dillo
all'assemblea; se poi non ascolterà l'assemblea, sia per te come un pagano e un
pubblicano.
Crisostomo: Dopo che il Signore ebbe parlato con tanta
veemenza contro quelli che scandalizzano, minacciandoli da ogni parte, affinché
non diventino pigri coloro che sono oggetto di scandalo, e disprezzando ogni
cosa cadano in un altro vizio, cioè nella negligenza, e pensando essi che li si
perdoni in tutto si riempiano di orgoglio, qui il Signore li trattiene e
comanda che si faccia il rimprovero dicendo: Se poi il tuo fratello peccherà contro di te, va e ammoniscilo fra te e
lui solo.
Agostino: Il Signore ci avverte che non dobbiamo disprezzare
vicendevolmente i nostri peccati, non vedendo che cosa riprendere, ma cercando
che cosa correggere; dobbiamo ammonire con amore, non con desiderio di fare
danno, ma con l’intenzione di correggere. S non fai così, diventi peggiore di
colui che pecca. Egli, infliggendo un’ingiuria, ferisce se stesso con una
ferita profonda. Tu disprezzi la ferita del fratello, e sei peggiore, tacendo,
di lui che oltraggia.
Agostino: Con frequenza si dissimula criminalmente la
verità, alcune volte non istruendo o non consigliando i cattivi, altre non
correggendoli ed evitando ad essi di essere ripresi. E ciò sia per non
assumerci questa fatica, sia per non perdere la loro amicizia, sia perché non
ci siano di ostacolo e non ci pregiudichino le cose temporali, che la nostra
ambizione desidera acquistare o la nostra debolezza ha paura di perdere. Se
qualcuno tralascia di riprendere o di correggere quelli che operano male per il
motivo che spera in un’occasione più opportuna, o credendo che non si faranno
peggiori, o non saranno di impedimento all’insegnare a quelli che sono deboli
una vita buona e pietosa, o che non li costringeranno e ritrarranno dalla fede,
non mi sembra che ciò si debba a una passione, ma a un consiglio della carità. Con
molta più ragione i capi delle Chiese, collocati in cima ad esse, devono
correggere i peccati. E non sono esenti da errori di questo genere quelli che,
benché non siano superiori, conoscono e trascurano molte cose che dovrebbero
rimproverare, correggendo coloro a cui sono intimamente uniti per i lacci di
una vita comune; e non li correggono per evitare a sé gli inconvenienti che
risulterebbero in ragione delle cose temporali di cui fanno uso lecitamente, ma
nelle quali si dilettano più di quanto devono.
Agostino: Però l’Apostolo dice (1 Tm 5, 20): <<Riprendi davanti a tutti chi pecca, affinché
anche gli altri abbiano timore>>.
Dunque devi sapere che talvolta il fratello va corretto a tu per tu, e
talvolta invece davanti a tutti. Che cosa poi bisogna fare prima, intendete e
vedete. Dice il Signore: Se il tuo
fratello peccherà contro di te, va e ammoniscilo fra te e lui solo.
Perché? Perché ha peccato contro di te?
Che cosa significa: ha peccato contro di te? Tu sai che ha peccato, e dato che
fu segreto il peccare contro di te, devi cercare il segreto anche quando
correggi le cose in cui ha peccato. Poiché se tu solo sai che ha peccato contro
di te, correggerlo davanti a tutti non è correggerlo, ma denunciarlo. Dunque
tuo fratello ha peccato contro di te, e tu solo lo sai. Allora ha peccato
realmente contro te solo. Se però ti ha ingiuriato udendolo molti, ha peccato
anche contro quelli che ha reso testimoni della sua iniquità. È necessario
dunque correggere davanti a tutti coloro che hanno peccato davanti a tutti, e
in segreto coloro che hanno peccato in segreto. Distinguete i tempi e
concordate le Scritture. E perché correggi il prossimo? Perché ti lamenti che
ha peccato contro di te? Non lo voglia Dio: se lo fai per amore che hai verso
di te, non fai niente; se invece lo fai per amore del prossimo, operi molto
bene. Considera le parole del testo per vedere se lo devi fare per te o per il
prossimo. Le parole sono queste: Se ti
ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello. Dunque per guadagnare il tuo
fratello, fallo per lui. Ricorda che tu sei perito peccando contro l’uomo:
poiché se non fossi perito, come ti avrebbe egli guadagnato? Nessuno dunque
disprezzi l’offesa fatta a un fratello.
Crisostomo: Che cosa poi devi fare se non si persuade, è
detto con le parole: se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone.
Quanto più infatti sarà stato inverecondo e pertinace, tanto più dobbiamo
preoccuparci della medicina, non passare all’ira e all’odio. Infatti il medico,
quando vede che la malattia non regredisce, non desiste, ma si prepara ancora
di più per vincerla. Vedi come questa correzione viene fatta non per vendetta,
ma per l’emendamento; e per questo non dice di prendere subito due persone, ma
solo quando egli non vuole essere corretto. E non chiama attorno a lui una
moltitudine, ma una o due persone; e adduce la testimonianza della legge
dicendo: affinché ogni cosa sia risolta
sulla parola di due o tre testimoni, come se dicesse: hai già un testimone,
poiché hai fatto tutto ciò che stava in te.
Se non li ascolterà, dillo all'assemblea. Glossa: Dillo a tutta la Chiesa, affinché sia maggiormente
svergognato. Dopo tutte queste cose segue la scomunica, che deve essere fatta
per bocca della Chiesa, cioè dal sacerdote; e quando egli scomunica, tutta la
Chiesa opera con lui; per cui segue: se
poi non ascolterà l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.
Origene: Vediamo se questa massima non comprenda ogni classe
di peccato. Però, se uno ha commesso qualcuno di quei peccati che conducono
alla morte, per esempio se ha commesso omosessualità, o e adultero, o omicida,
o effeminato, c’è ragione perché un simile uomo lo riprenda uno solo e a tu per
tu, e se ascolta lo si dica guadagnato? Se non ascolta bisognerebbe, per
cacciarlo dalla Chiesa, attendere di averlo ripreso davanti a molti testimoni e
davanti alla Chiesa, e aver sopportato tutta questa persistenza nel suo male?
Ci sono alcuni che, guardando l’immensa misericordia di Cristo, insegnano che,
non facendo le parole di Cristo distinzione di peccati, si va contro questa
misericordia divina accordando ai soli peccati minori il beneficio di queste parole.
Altri, al contrario, considerando attentamente le parole di Cristo, sostengono
che non sono applicabili a ogni classe di peccato, dato che colui che commette
peccati gravi è fratello solo nel nome; e secondo l’Apostolo (1 Cor 5) non è lecito neanche mangiare
con lui. Come poi coloro che dicono che questo passo comprende ogni classe di
peccato aprono ai negligenti la porta del peccato, così al contrario coloro che
sostengono che nei peccati veniali e non nei mortali è dove si deve guardare il
peccatore che non ha voluto udire la reprensione davanti ai testimoni o alla
Chiesa come un pagano e un pubblicano, sembra che introducano una dottrina
crudele. Noi non possiamo affermare che l’uomo non abbia altro rimedio che
quello di perire. Primo, poiché se non ha obbedito alle tre reprensioni, può
obbedire alla quarta. Inoltre poiché alcune volte, cosa quasi necessaria in
questo mondo, non si dà all’uomo secondo le sue opere, ma più di quanto abbia
peccato. Infine, poiché non ha detto solo: sia
come un pagano e un pubblicano, ma sia
per te. Chi dunque, corretto tre volte in un peccato lieve, non si emenda,
noi dobbiamo ritenerlo come un pagano e un pubblicano, tenendoci lontani da lui
affinché sia confuso. Se poi anche da Dio venga giudicato come un pubblicano e
un pagano, non sta a noi stabilirlo, me è nel giudizio di Dio.
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