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martedì 4 dicembre 2018

Matteo, Capitolo 18, Versetti 10-14


Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli: vi dico infatti che i loro angeli nei cieli vedono sempre il volto del Padre mio che è nei cieli. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a salvare ciò che era perduto. Che ve ne pare? Se uno ha cento pecore e una di esse si perde, forse che non lascia le novantanove sui monti e va a cercare quella che si è perduta? E se gli accade di trovarla, in verità vi dico che si rallegrerà per essa più che per le novantanove che non si erano perdute. Così non c’è volontà davanti il Padre vostro che è nei cieli che si perisca uno di questi piccoli.

Girolamo: Il Signore aveva detto sopra che dovevano essere amputati il piede, la mano e l’occhio, ogni parentela e ogni costume che potesse dare luogo a scandalo. Ora rende soave la durezza di questa massima dicendo: Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, come se dicesse: non disprezzateli per quanto sta in voi, ma dopo la vostra salvezza cercate anche la loro salute. Se però li vedrete continuare nel peccato, meglio è che vi salviate voi piuttosto che vi perdiate con la moltitudine.

Origene: Sono piccoli coloro che da poco tempo sono nati in Cristo, oppure quelli che non progrediscono come se fossero appena nati. Il Signore non ebbe necessità di comandare che non si disprezzassero i fedeli più perfetti, ma i piccoli, come aveva già comandato prima (v. 6): <<Se qualcuno scandalizzerà uno di questi piccoli>>. Uno forse dirà: qui chiama piccolo il perfetto, secondo quanto dice altrove (Lc 9, 48): <<Chi sarà il minimo tra voi sarà il più grande>>.

Origene: Alcuni affermano che Dio dà agli uomini un Angelo custode, poiché sono venuti a essere, per mezzo dell’acqua rigeneratrice, bambini in Cristo, aggiungendo che non è possibile che un Angelo santo presieda agli increduli e agli erranti, ma nel tempo dell’incredulità e dei peccati l’uomo sta sotto gli angeli di Satana. Altri invece vogliono che, dal momento in cui nasce uno di coloro che sono predestinati da Dio, riceva il suo Angelo custode.

Gregorio: Un antico e venerabile Padre, Dionigi l’Areopagita, dice invece che è tra gli Angeli che sono di rango inferiore che ci sono alcuni che vengono inviati per disimpegnare qualche missione visibile o invisibile, mentre coloro che sono di scala superiore non sono impegnati per nessuna commissione esterna. Quindi gli Angeli vedono sempre il volto del Padre; e tuttavia vengono a noi poiché escono fuori verso di noi con la presenza spirituale; e ciò nonostante rimangono nel luogo da dove uscirono con la contemplazione interna; e non escono fuori dalla visione divina in modo da rimanere privati dal godimento della contemplazione interna.

Ilario: Quotidianamente gli Angeli offrono a Dio le orazioni di coloro che devono essere salvati per mezzo di Cristo. Di conseguenza è molto pericoloso disprezzare colui i cui desideri e petizioni giungono per mezzo del servizio e il ministero degli Angeli al Dio eterno e invisibile.

Ilario: Con una sola pecora si intende l’uomo, e con l’uomo tutto il genere umano, e tutto il genere umano si perse nell’errore di un solo Adamo. Da ciò deriva che colui che cerca l’uomo è Cristo, e le novantanove pecore che lascia sono la moltitudine di tutti quelli che si rallegrano nel cielo.

Beda [Anselmo]: Il Signore trovò la pecora quando restaurò l’uomo; e vi fu in cielo maggiore gioia per la pecora trovata che per le altre novantanove, poiché c’è più motivo per lodare Dio nella restaurazione degli uomini che nella creazione degli Angeli. Dio creò mirabilmente gli Angeli, però più mirabilmente restaurò l’uomo.

Gregorio: Dobbiamo considerare che il Signore confessa che si rallegra di più per la conversione dei peccatori che per la stabilità dei giusti, è perché quelli che hanno la sicurezza di non aver commesso peccati gravi spesso sono pigri nel compiere i doveri più elevati, mentre al contrario quelli che hanno coscienza di aver operato male per il sentimento del loro dolore sono più infiammati nell’amore di Dio.

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