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venerdì 11 maggio 2018

Matteo, Capitolo 13, Versetti 34-35


Tutte queste cose Gesù le disse alla folla in parabole, e senza parabole non parlava loro; affinché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta che disse: <<Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla creazione del mondo>>.

Remigio: La parola greca <<parabola>> viene tradotta in latino con <<similitudine>>, mediante la quale si dimostra la verità. Mostra infatti nella stessa similitudine certe figure di parole, e immagini della verità.

Girolamo: Però parlava in parabole non ai discepoli, ma alle folle; e fino a oggi le folle ascoltano attraverso le parabole.

Crisostomo: Anche se infatti in molte occasioni parlò alle folle senza parabole, però non in quella circostanza.

Agostino: Oppure ciò viene detto non perché il Signore non abbia parlato mai in termini propri, ma perché non c’è discorso suo in cui non abbia espresso qualcosa in parabole, anche se ha detto qualcosa in forma propria, in modo che complessivamente il suo discorso intero non è altro che un tessuto di parabole, e non se ne trova uno solo in cui il Signore parla di una cosa e non passa a un’altra fino a che non l’ha svolta completamente. Qualche volta effettivamente un Evangelista presenta in un solo discorso quello che un altro riferisce come accaduto in distinte circostanze, seguendo in questa relazione non l’ordine reale dell’accadimento, ma dei suoi ricordi.

Glossa [Anselmo]: Aprirò la mia bocca in parabole, come se dicesse: avendo prima parlato per mezzo dei Profeti, adesso aprirò personalmente la mia bocca in parabole, e parlerò dal tesoro del mio segreto; annunzierò misteri che erano nascosti fin dalla fondazione del mondo.

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