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martedì 23 maggio 2017

Matteo, Capitolo 6, Versetti 26-27



Guardate gli uccelli del cielo, che non seminano e non mietono e non raccolgono nei granai; e il Padre vostro celeste li nutre. Forse che voi non valete molto più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un solo cubito alla sua statura?

Agostino: […] Ciò che il Signore ha detto degli uccelli del cielo è per non lasciare a nessuno il pensiero che Dio possa abbandonare i suoi servitori e lasciarli senza il necessario, mostrandoci che la sua provvidenza si estende anche agli uccelli. Ma non bisogna concluderne che non è Dio che nutre coloro che lavorano con le mani; infatti non si può nemmeno dire che, date le parole (Sal 49,15): <<Invocami nel giorno della tribolazione, e ti salverò>>, l’Apostolo non dovesse fuggire ma aspettare di essere preso e di essere liberato da Dio come i tre fanciulli della fornace. Se uno avesse fatto questa obiezione ai santi nella loro fuga dalla persecuzione, essi avrebbero risposto che non dovevano tentare Dio, e che Dio, se avesse voluto, li avrebbe salvati come fece con Daniele nella fossa dei leoni e con Pietro nella prigione, qualora essi non avessero potuto aiutare se stessi: ma se, avendo reso possibile ad essi la fuga, essi fuggendo si fossero salvati, sarebbero sempre stati salvati da Dio. Così i servitori di Dio che possono nutrirsi con il lavoro delle loro mani risponderanno facilmente a quanti li turbano traendo dal Vangelo l’esempio degli uccelli che non seminano e non mietono: se noi fossimo impediti da qualche malattia o da qualche occupazione, egli ci nutrirà come gli uccelli che non lavorano. Ma potendo lavorare, non bisogna tentare Dio, poiché ciò che possiamo è dalla sua munificenza che lo abbiamo; e mentre viviamo qui, la nostra vita e il nostro potere di lavorare vengono dalla sua elargizione, ed è così che noi siamo realmente nutriti da lui come gli uccelli del cielo.

Girolamo: [..] Bisogna dunque accettare con semplicità che se gli uccelli, senza impegno e fatica, sono alimentati dalla provvidenza divina, anche se oggi esistono e domani non esistono più, tanto più lo saranno gli uomini, a cui è promessa l’eternità.

Ilario: Si può dire anche che sotto questa figura degli uccelli è portato l’esempio di quegli spiriti impuri che ricevono, per effetto dello sviluppo dei disegni di Dio, il loro nutrimento senza aver contribuito a cercarlo o raccoglierlo. Se ci si rapporta a questi spiriti impuri, c’è ragione di dire: Forse che voi non valete molto più di loro? Queste parole riguardano la differenza che c’è fra la santità e la malizia.

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