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sabato 11 ottobre 2025

Marco, Capitolo 12, Versetti 13-17

Gli mandarono però alcuni Farisei ed Erodiani per coglierlo in fallo nel discorso. E venuti, quelli gli dissero: Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. E' lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no? Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda. Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: Di chi è questa immagine e l'iscrizione? Gli risposero: Di Cesare. Gesù disse loro: Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio. E rimasero ammirati di lui.

Beda: I principi dei sacerdoti, volendo impadronirsi di Gesù, avendo paura della folla, e no potendolo fare loro stessi, cercarono di farlo fare alle potenze temporali; in questo modo essi erano al di sopra del rimprovero di avere commesso questo attentato; per cui si dice: Gli mandarono però alcuni farisei ed Erodiani per coglierlo in fallo nel discorso.

Teofilatto: Abbiamo detto altrove, degli Erodiani, che erano la setta che pretendeva che Erode fosse il Cristo a causa della sparizione dei re della razza di Giuda, che coincideva con il suo avvento al trono. Altri dicono che questi Erodiani fossero dei soldati di Erode, che i Farisei portavano con sé per renderli testimoni delle parole di Cristo e per prenderlo e impadronirsi di lui. Nota la loro malizia in quanto si servono dell'adulazione per impadronirsi di lui; poiché è detto: Maestro, sappiamo che sei veritiero.

Girolamo: Essi lo interrogarono con delle parole melliflue, lo circondavano come delle api che hanno il miele sulla bocca e un pungiglione dietro.

Beda: Questa parola carezzevole e ingannatrice viene usata per indurlo a rispondere che teme più Dio che Cesare, e che non bisogna pagare le imposte, in modo che gli Erodiani che sono là, udendolo, trovino in lui l'autore di una sedizione contro Roma; per questo aggiungono: non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini.

Teofilatto: Così che non onori Cesare, cioè contro la verità. Per cui aggiungono: ma secondo verità insegni la via di Dio. E' lecito o no dare il tributo a Cesare? Questa parola era tutto un artificio e aveva un precipizio da ogni lato: poiché, se rispondeva che bisognava pagare il tributo a Cesare, si eccitava il popolo contro di lui presentandolo come se volesse ridurlo al suo servizio, e se diceva al contrario che ciò non era permesso, lo si accusava di sollevare il popolo contro Cesare. Ma la sede della sapienza seppe sfuggire al loro inganno; per cui segue: Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda. Ed essi glielo portarono.

Beda: Il denaro era una moneta che valeva dieci sesterzi, e aveva l'immagine di Cesare; per cui segue: Allora disse loro: Di chi è questa immagine e l'iscrizione? Gli risposero: Di Cesare. Coloro che pensano che la domanda del Salvatore fosse stata per ignoranza e non per volontà, da ciò imparino che egli poteva sapere di chi fosse quell'immagine; ma egli domanda per rispondere in modo competente alle loro parole; per cui segue: Gesù disse loro: Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio. Teofilatto: Come se dicesse: date ciò che ha l'immagine all'immagine, cioè il denaro a Cesare: potete infatti sia dare il tributo a Cesare, sia a Dio le cose che gli competono. Girolamo: Oppure diversamente: Rendete per forza a Cesare questa moneta che porta l'immagine di Cesare, e date liberamente voi stessi a Dio. Infatti «Il tuo volto, Signore, è stato segnato sopra di noi» (Sal 4,7), non quello di Cesare.

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