Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono
stati mandati a te, quante volte ho voluto radunare i tuoi figli come la
gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali, e tu non hai voluto? Ecco, la
vostra casa vi sarà lasciata deserta. Vi dico infatti: Non mi vedrete più
finché non direte: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore».
Crisostomo: Prevedendo la rovina di quella città, e la piaga
che sarebbe sopraggiunta da parte dei Romani, ricordava il sangue del suoi
santi che era stato effuso da loro, e poi anche in seguito; per cui aggiunge: che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono
stati mandati a te. Tu uccidesti Isaia mandato a te, lapidasti il mio servo Geremia,
trascinasti attraverso le pietre Ezechiele fino a spargergli il cervello; come
ti salverai se non lasci venire a te il medico? E non disse: uccidesti, o
lapidasti, ma uccidi e lapidi, cioè hai come propria e naturale abitudine
quella di uccidere e lapidare i santi. Infatti fece agli Apostoli le stesse
cose che aveva un tempo fatto ai profeti.
Crisostomo: Poi, dopo averla chiamata e ricordate le sue
abominevoli uccisioni, come scusandosi disse: quante volte ho voluto radunare i tuoi figli?, come se dicesse:
neppure con le predette uccisioni mi hai allontanato dalla benevolenza verso di
te, ma ho voluto unirti a me non una o due volte, ma molte. Manifesta poi la
grandezza dell'amore con la similitudine della gallina.
Vi dico infatti: Non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui
che viene nel nome del Signore. Girolamo:
Come se dicesse: se non farete penitenza e non confesserete che lo sono colui
di cui parlano i Profeti, il Figlio del Padre onnipotente, non vedrete il mio
volto. I giudei dunque hanno un tempo loro dato per la penitenza. Confessino
che è benedetto colui che viene nel nome del Signore, e allora vedranno il
volto di Cristo.
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