“Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”
Matteo 18, 20
Matteo 18, 20
Quando riflettiamo su queste parole del Vangelo di Matteo, le prime
immagini che ci vengono in mente sono spesso quelle di una congregazione
sostanziosa che riempie una parrocchia locale, un circolo di preghiera
in mezzo alla tragedia o anche una famiglia che rende grazie con una
preghiera prima dei pasti.
È poco probabile, tuttavia, che i primi cristiani avessero queste
stesse idee, visto che la Chiesa come la conosciamo oggi non esisteva
ancora.
I primi cristiani si riunivano nelle case, non essendo benvenuti nelle sinagoghe.
Più tardi i cristiani romani hanno
portato avanti questa pratica, perché la persecuzione nei loro confronti
era così intensa da costringerli a praticare il culto in segreto. I
primi luoghi di culto erano noti come “domus ecclesiae”, ovvero case della chiesa o chiese domestiche.
La casa di culto più antica si trova a Dura-Europos, in Siria, ed è
nota semplicemente come chiesa di Dura-Europos. Si crede che il luogo
sia stato una volta una residenza privata che venne poi trasformata in
luogo di preghiera tra il 233 e il 256, quando la città venne
abbandonata dopo la conquista persiana.
Il sito della chiesa di Dura-Europos è stato oggetto di scavi
soprattutto agli inizi del XX secolo, da parte di archeologi francesi e
statunitensi. Grazie ai loro sforzi, è stato possibile scoprire non solo
questo luogo importante, ma anche alcuni dei primi affreschi e delle
prime testimonianze dell’arte cristiana. Sono stati ritrovati anche
frammenti di pergamene con testi ebraici in seguito identificati come
preghiere eucaristiche.
Gli esempi d’arte trovati sul posto sono stati trasferiti nella
Galleria d’Arte dell’Università di Yale, e per fortuna, visto che non si
sa che questo antico sito è sopravvissuto all’occupazione dell’ISIS.
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