Non preoccupatevi dunque del domani; infatti il domani si preoccuperà
di se stesso: basta a ogni giorno la sua malizia.
Girolamo: Per domani nella Scrittura si intende il tempo
futuro, secondo le parole di Giacobbe (Gen
30.33): <<Mi esaudirà domani la mia giustizia>>; e nel fantasma di
Samuele la profetessa dice a Saul (1 Sam
28,19): <<Domani sarai con me>>. Dunque delle cose presenti concede
di essere solleciti colui che proibisce di pensare alle future. Ci basta
infatti pensare al tempo presente: le cose future, che sono incerte, lasciamole
a Dio. Non ha posto la malizia come il contrario della virtù, ma per indicare
la fatica, l’afflizione e l’angustia del mondo.
Crisostomo: Infatti nulla dà tanto dolore all’anima quanto
la sollecitudine e la preoccupazione. Dovendo parlare a un popolo ignorante e
volendo rendere più chiaro ciò che dice, parla del tempo in modo figurato,
seguendo un uso comune, e dice che il domani sarà inquieto per se stesso. Per
colpire di più, fa parlare i giorni stessi delle loro preoccupazioni superflue.
Forse ogni giorno non ha il suo fardello sufficiente, cioè le sue preoccupazioni?
Perché aumentarle aggiungendovi quelle del giorno seguente?
Agostino: […] Quando facciamo del bene, cerchiamo di pensare
non alle cose terrene, ma a quelle eterne. […] Basta ci sia la necessità di
prendere queste coste cose; e la chiama malizia perché si riferisce alla nostra
pena, appartenendo alla mortalità che abbiamo meritato peccando. A questa pena
temporale dunque non aggiungere qualcosa di più pesante, in modo che non solo
la sopporti, ma anche, portandola a compimento tu combatta per Dio.
Ilario: Questo è dunque il significato delle parole celesti.
Non dobbiamo preoccuparci dell’avvenire. Il male nella nostra vita, i peccati
di tutti i giorno sono sufficienti perché tutta la nostra meditazione e tutti i
nostri sforzi no vadano al di là del nostro bisogno di purificarci. Cessando il
nostro affanno, l’avvenire resta con la sua preoccupazione di se stesso, ed è
Dio che prepara il nostro progresso verso l’eterna carità.
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