Non crediate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti: non son
venuto ad abolire, ma a portarla a compimento. In verità vi dico: finché non passi
il cielo e la terra, neppure uno iota o un apice passerà dalla legge, finché
tutto sia compiuto; chi dunque avrà trasgredito uno di questi precetti, anche
minimi, e avrà insegnato agli uomini a fare altrettanto, sarà chiamato minimo
nel regno dei cieli; chi invece avrà fatto e insegnato, sarà chiamato grande
nel regno dei cieli.
Crisostomo: Non
crediate che io sia venuto ad abolire la legge o i profeti, dice ciò per
due motivi: primo, per richiamare con queste parole i suoi discepoli al suo
esempio; in modo che come egli adempiva tutta la legge, così anch’essi si
impegnassero ad adempierla. Poi gli sarebbe capitato di essere calunniato dai
Giudei, come se annullasse la legge: per cui prima di incorrere nella calunnia
soddisfa alla calunnia, affinché non si pensasse che era venuto semplicemente a
predicare la legge, come avevano fatto i Profeti.
Agostino: Poiché a coloro che erano sotto la grazia in
questa vita mortale era difficile compiere ciò che è scritto nella legge (Es. 20,17):
<<Non desiderare>>, egli, divenuto sacerdote mediante il sacrificio
della sua carne, ci impetra il perdono; e anche qui adempiamo la legge, in modo
che ciò che difficilmente possiamo fare per la nostra debolezza sia curato dalla
sua perfezione, essendo noi divenuti membra di lui che è il capo. E ritengo
anche che così vada inteso ciò che è detto: non
son venuto ad abolire, ma a portarla a compimento; ossia con quelle
aggiunte, che o servono per la spiegazione delle antiche sentenze, o a renderle
vive nella nostra condotta. Infatti il Signore ha spiegato che anche un moto
cattivo verso un fratello va messo nel genere dell’omicidio. Inoltre il Signore
ha preferito che noi, non giurando, non ci allontaniamo dalle verità piuttosto
che, giurando il vero, ci avviciniamo allo spergiuro.
Crisostomo: I comandamenti di Mosè sono facili da eseguire:
non uccidere, non commettere adulterio; infatti la gravità stessa del crimine
respinge la volontà di commetterlo: quindi sono piccoli nella retribuzione,
grandi invece nel peccato. I comandamenti di Cristo, invece: non adirarti, non
desiderare, sono difficili da eseguire; quindi grandi nella retribuzione,
minimi invece nel peccato. Chiama dunque minimi questi comandamenti di Cristo: non
adirarti, non desiderare; quindi coloro che commettono dei lievi peccati sono
minimi nel regno dei cieli; cioè chi si sarà adirato e non avrà commesso un
grande peccato, è certamente sicuro dalla pena, cioè dalla dannazione eterna,
ma non è nella gloria, quella che conseguono quanti compiono anche queste cose minime.
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