sabato 19 luglio 2025
venerdì 11 luglio 2025
l’Intervista Proibita a mons. Nicola Bux che ha provocato la Chiusura del Blog "Messa in Latino"
A seguito della bomba mediatica ecclesiastica dell’articolo di Diane Montagna dell’1 luglio che denunciava autentiche falsità di Papa Francesco nel Motu Proprio “Traditionis Custodes” che, contrariamente a quanto detto dai vescovi di tutto il mondo che si dichiaravano soddisfatti della liberalizzazione della Messa Tradizionale, affermava la contrarietà dei Vescovi al Motu Proprio Summorum Pontificum e la divisività della Messa di san Pio V e ne limitava draconianamente la celebrazione, è uscito a tempo di record il testo completo a firma Mons. Nicola Bux e Saverio Gaeta che riporta i documenti, gli antefatti, il contesto e i fatti che hanno condotto allo svelamento dell’autentico imbroglio di Papa Bergoglio. Abbiamo deciso di chiedere a Mons. Nicola Bux come si è giunti a questo e cosa contiene l’Appello finale a Papa Leone XIV. (Luigi Casalini)
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Monsignore, lei descrive la riforma liturgica postconciliare come un chiaro allontanamento dalle intenzioni autentiche del Concilio Vaticano II e della Sacrosanctum Concilium. Secondo lei, quale fu l’errore più grave nell’attuazione concreta della riforma liturgica?
Mettere al primo posto la partecipazione dei fedeli – diventata un ‘diritto’ – invece che i diritti di Dio, che con la sua Presenza rende possibile a noi di entrare in rapporto con Lui: questo è il culto divino: coltivare la relazione con il Signore. La liturgia è ‘sacra’ per questo, altrimenti è solo liturgia, ossia atto pubblico, incline all’esibizione, allo spettacolo, all’intrattenimento: come si dice in America: litur-teinement.
Lei afferma che “la liturgia è divenuta un campo di battaglia”. Ritiene che questo conflitto sia destinato a durare oppure vede segnali di un possibile ritorno alla pace liturgica della Chiesa?
L’art.22c della Costituzione Liturgica del Vaticano II, ammonisce: nessuno assolutamente, anche se sacerdote, osi aggiungere, togliere o mutare alcunché. Ecco dobbiamo abbandonare l’idea che la sacra liturgia sia a nostra disposizione: no, essa viene dall’alto e va semplicemente servita; non “animata”, perché è lo Spirito Santo che l’anima, non noi. Si deve approntare un “codice liturgico”, previsto già nei lavori della riforma pre-conciliare, con precise sanzioni per chiunque lo trasgredisca. Ne ha scritto lo studioso Daniele Nigro, in I diritti di Dio, Sugarco 2012, con prefazione del card.Burke. Non sono senza peccato i fautori delle deformazioni nel Novus Ordo, ma anche quelli del Vetus che non si attengono all’ultima edizione del Messale Romano del 1962, come prescritto dal Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Solo osservando l’ordine viene la pace, anche liturgica.
domenica 29 giugno 2025
Marco, Capitolo 10, Versetti 41-45
Udito ciò, i dieci cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Ma Gesù, chiamatili, disse loro: Voi sapete che coloro che sembrano essere a capo delle genti nazioni le dominano e i loro principi hanno potere su di loro. Ma non così è tra voi, ma chiunque vorrà essere più grande sarà vostro servitore, e chiunque vorrà essere tra voi il primo sarà il servo di tutti; infatti anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e dare la sua vita in riscatto per molti.
Teofilatto: Poiché i rimanenti Apostoli vedono che Giacomo e Giovanni cercano l'onore, non possono sopportarlo pazientemente; per cui si dice: Udito ciò, i dieci cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Avendo sentimenti umani, erano mossi dall'invidia, ma cominciarono a indignarsi quando li videro non accolti dal Signore; prima, infatti, non si indignavano poiché li vedevano più onorati degli altri. Allora, infatti, gli Apostoli erano così imperfetti, ma poi nel primato davano vicendevolmente la preferenza sugli altri. Ora, Cristo li risana innanzitutto per la loro consolazione, chiamandoli a sé, e ciò è indicato quando si dice: Ma Gesù, chiamatili; poi dimostrando che usurpare l'onore e desiderare il primato è proprio dei Gentili; per cui segue: disse loro: Voi sapete che coloro che sembrano essere a capo delle genti nazioni le dominano e i loro principi hanno potere su di loro. I principi dei Gentili si ingeriscono nel principato in modo tirannico e dispotico.
Segue: Ma non così è tra voi. Beda: Con ciò mostra che è maggiore chi sarà minore, e diventa signore chi diventa servo di tutti. Invano dunque o quelli avevano chiesto cose immoderate o questi si dolgono per il desiderio di cose maggiori, mentre non con la potenza, ma con l'umiltà si giunge alla sommità delle virtù. Poi propone un esempio, affinché, se non danno importanza alle parole, si vergognino di fronte alle opere; e dice: infatti anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e dare la sua vita in riscatto per molti. Teofilatto: Ciò è molto più che servire. Che cosa c'è di più grande e di più ammirevole del morire per colui che ci serve? Questo suo servire e questa sua discesa nell'umiltà sono la sua gloria e la gloria di tutti. Poiché, conosciuto dai soli Angeli prima della sua incarnazione, non è stato glorificato dalla sua incarnazione e dalla sua croce soltanto con gloria personale, ma con una gloria alla quale ha fatto partecipare gli uomini, ed è divenuto per la fede il maestro dell'universo.
Beda: Egli non dice: dare la sua vita in riscatto per tutti, ma per molti, per tutti quelli, cioè, che hanno voluto credere.
domenica 22 giugno 2025
Marco, Capitolo 10, Versetti 35-40
E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, dicendo: Maestro, vogliamo che tu ci faccia qualunque cosa ti chiederemo. Egli disse loro: Che cosa volete che vi faccia? E dissero: Fa' che ci sediamo uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nella tua gloria. Ma Gesù disse loro: Non sapete quello che chiedete; potete bere il calice che io bevo o essere battezzati col battesimo con cui io sono battezzato? Ed essi gli dissero: Lo possiamo. Gesù disse loro: Il calice bevo io lo berrete, e sarete battezzati con il battesimo con cui io sono battezzato, ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non compete a me darvelo; ma è per coloro per cui è stato preparato.
Crisostomo: Udendo i discepoli che Cristo parlava spesso del suo regno, pensavano che questo regno non sarebbe stato dopo la sua morte; e adesso che era stata preannunziata la sua morte, gli si avvicinarono per essere subito degni degli onori del regno; per cui si dice: E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, dicendo: Maestro, vogliamo che tu ci faccia qualunque cosa ti chiederemo. Vergognandosi del sentimento umano che li spingeva, si accostarono a Cristo prendendolo in disparte dai discepoli. Il Salvatore, non ignorando che cosa dovevano chiedere ma spingendoli a rispondere, fa loro una domanda: Egli disse loro: Che cosa volete che vi faccia?
Segue: Ma Gesù disse loro: Non sapete quello che chiedete. Teofilatto: Come se dicesse: non è vero ciò che chiedete, che cioè io regni temporalmente a Gerusalemme, ma tutte queste cose, quelle cioè che riguardano il mio regno, sono sopra l'intelletto. Infatti sedere alla mia destra è una cosa tanto grande da superare gli ordini angelici. Crisostomo: Oppure dice: Non sapete quello che chiedete, come se dicesse: voi parlate di onore, io invece disputo di lotte e sudori; infatti non è questo il tempo dei premi, ma dell'uccisione, dei combattimenti e dei pericoli; per cui aggiunge: potete bere il calice che io bevo o essere battezzati col battesimo con cui io sono battezzato? Li attrae mediante un'interrogazione affinché diventino più avidi in base alla comunione con lui.
lunedì 26 maggio 2025
Marco, Capitolo 10, Versetti 32-34
Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù li precedeva ed essi si stupivano e seguendolo temevano. E prendendo nuovamente in disparte i dodici, cominciò a dire loro le cose che sarebbero avvenute: Ecco, saliamo a Gerusalemme, e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai principi dei sacerdoti e agli scribi e agli anziani e lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai gentili, lo derideranno, gli sputeranno addosso e lo flagelleranno e lo uccideranno, e il terzo giorno risusciterà.
Beda: I discepoli ricordavano il discorso con cui il Signore aveva predetto che avrebbe patito molte cose da parte dei sommi sacerdoti e dagli Scribi; quindi, andando verso Gerusalemme, si stupivano; e ciò è detto con le parole: Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme, Gesù li precedeva. Teofilatto: Per mostrare che correva verso la passione e non rifuggiva la morte per la nostra salvezza.
Ed essi si stupivano e seguendolo temevano. Beda: Di venire anch'essi uccisi con lui o che almeno lui, della cui vita e magistero godevano, cadesse nella mani dei nemici, Prevenendo poi il Signore che l'anima dei discepoli si sarebbe turbata per la sua passione, predica loro la pena della passione e la gloria della risurrezione, per cui segue: E prendendo nuovamente in disparte i dodici, cominciò a dire loro le cose che sarebbero avvenute. Teofilatto: Cioè per confermare il cuore dei discepoli e affinché sopportassero più lievemente quelle cose che avevano già udito, e non temessero nelle cose repentine, e anche per mostrare che pativa volontariamente. Chi infatti preconosce, e potendo fuggire non fugge, manifesta che si consegna volontariamente alla passione. Prese poi i discepoli in disparte poiché era conveniente rivelare il mistero della passione a quelli che gli erano più vicini.
Crisostomo: Affinché poi, essendosi rattristati per la passione e la morte, aspettino la risurrezione, aggiunge: e il terzo giorno risusciterà; non avendo infatti tenuto nascoste le tristezze e gli obbrobri accaduti, era convenientemente che gli credessero anche nelle rimanenti cose.
domenica 25 maggio 2025
Video - Gloria Polo: Gesù mi ha Mostrato cosa Accade con l'Aborto e cosa Dobbiamo Fare
Cari fratelli e sorelle, In questo
video, Gloria Polo condivide la sua incredibile esperienza di visione
premorte, un viaggio che l'ha portata a vedere le conseguenze
spirituali delle sue scelte, inclusi gli orrori dell'aborto. Guidata
da Gesù stesso, Gloria ha vissuto momenti che hanno trasformato per
sempre il suo cuore e la sua anima.
Questa testimonianza toccante ci
porta nel profondo del dolore e della redenzione, mostrando come la
misericordia di Dio possa toccare anche le anime più disperate.
Scoprirete perché l'aborto è un peccato così grave agli occhi di
Dio e come il perdono e la redenzione siano sempre possibili, grazie
all'amore infinito del Signore.
Guarda questo video fino alla fine e
preparati a cambiare per sempre la tua visione sulla vita, sulla fede
e sulla misericordia di Dio.
sabato 24 maggio 2025
Supplica da Recitare a Maria Ausiliatrice
Supplica da recitare a Maria Ausiliatrice oggi, 24 maggio, per chiedere una grazia nella sua festa.
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O Santissima ed Immacolata Vergine Maria, Madre nostra tenerissima, e potente Aiuto dei Cristiani, noi ci consacriamo interamente al vostro dolce amore e al vostro santo servizio. Vi consacriamo la mente con i suoi pensieri, il cuore con i suoi affetti, il corpo con i suoi sentimenti e con tutte le sue forze, e promettiamo di voler sempre operare alla maggior gloria, di Dio ed alla salute delle anime.
Voi intanto, o Vergine incomparabile, che siete sempre stata l’Ausiliatrice del popolo cristiano, deh! continuate a mostrarvi tale specialmente in questi giorni. Umiliate i nemici di nostra santa Religione, e rendetene vani i malvagi intenti.
Illuminate e fortificate i Vescovi e i Sacerdoti, e teneteli sempre uniti ed obbedienti al Papa, Maestro infallibile; preservate dall’irreligione e dal vizio l’incauta gioventù; promuovete le sante vocazioni ed accrescete il numero dei sacri Ministri, affinché per mezzo loro il regno di Gesù Cristo si conservi tra noi e si estenda fino agli ultimi confini della terra. Vi preghiamo ancora, o dolcissima. Madre, che teniate sempre rivolti i vostri sguardi pietosi sopra l’incauta gioventù esposta a tanti pericoli, e sopra i poveri peccatori e moribondi; siate per tutti, o Maria, dolce speranza, Madre di misericordia e porta del Cielo. Ma anche per noi vi supplichiamo, o gran Madre di Dio. Insegnateci a ricopiare in noi le vostre virtù, in particolar modo l’angelica modestia, l’umiltà profonda e l’ardente carità; affinché per quanto è possibile, col nostro contegno, colle nostre parole, col nostro esempio rappresentiamo al vivo in mezzo al mondo Gesù Benedetto vostro Figliuolo, e facciamo conoscere ed amare Voi, e con questo mezzo possiamo riuscire a salvare molte anime.