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lunedì 4 marzo 2019

Matteo, Capitolo 21, Versetti 28-32


Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli e avvicinandosi al primo disse: Figlio, va’ oggi a lavorare nella vigna. Ma quello rispondendo disse: Non ne ho voglia. Ma poi pentitosi, ci andò. Avvicinandosi poi all’altro gli disse la stessa cosa. E quello rispondendo disse: Ci vado. Signore, e non andò. Chi dei due ha fatto la volontà del padre? Gli dicono: Il primo. Dice loro Gesù: In verità vi dico che i pubblicani e le meretrici vi procederanno nel regno di Dio; è venuto infatti a voi Giovanni nella via della giustizia, e non gli avete creduto; invece i pubblicani e le meretrici gli hanno creduto; voi al contrario vedendo non vi siete nemmeno pentiti per credergli.

Girolamo: Dopo le cose dette il Signore presenta una parabola nella quale risulta l’empietà di coloro che interrogano, e dà loro da conoscere che il regno di Dio passerà ai Gentili dicendo: Che ve ne pare? Crisostomo: Desidera che siano giudici della propria causa coloro che considera colpevoli, in modo che non meritino di essere assolti da nessuno coloro che si condannano da se stessi. Grande è la fiducia nella giustizia quando si affida al nemico la propria causa. Nella parabole dunque rappresenta le loro persone, affinché non comprendano che giudicano se stessi; segue infatti: Un uomo aveva due figli. Chi è quell’uomo se non Dio, che ha creato tutti gli uomini? Egli, essendo padrone per natura, preferisce essere amato come un padre piuttosto che essere temuto come un signore. Il figlio maggiore era il popolo Gentile, e il minore il popolo Giudeo, poiché c’erano Gentili dal tempo di Noè e Giudei da Abramo. Segue: e avvicinandosi al primo disse: Figlio, va’ oggi a lavorare nella vigna. Oggi, cioè nel tempo di questo secolo. Parlò non al volto, come un uomo, ma al cuore, come Dio, dando intelligenza ai sensi. Lavorare nella vigna è operare la giustizia, e non so se qualcuno degli uomini potrà praticarla tutta.

Girolamo: Prima di tutto si dice al popolo dei Gentili per mezzo della legge naturale: Va’ e lavora nella mia vigna, cioè non fare a un altro ciò che non vuoi che si faccia a te; però esso risponde con superbia; per cui segue: Ma quello rispondendo disse: Non ne ho voglia. Crisostomo: I Gentili, avendo lasciato sin dal principio Dio e la giustizia e passando ad adorare gli idoli e il peccato, sembra che rispondano nel proprio interiore: non vogliamo praticare la giustizia di Dio. Girolamo: Dopo, quando venne il Salvatore, il popolo Gentile, avendo fatto penitenza, lavorò nella vigna di Dio e fece ammenda con il suo lavoro dell’opposizione che aveva presentato con la parola; e questo lo si fa intendere quando dice: Ma poi pentitosi, ci andò.

Segue: Avvicinandosi poi all’altro gli disse la stessa cosa. E quello rispondendo disse: Ci vado. Signore. Girolamo: Infatti il secondo figlio è il popolo dei Giudei, che rispose a Mosè (Es 24, 3): «Faremo tutto quello che ci comanda il Signore». Crisostomo: Però, dato che cambiò l’intenzione in seguito, mentì a Dio secondo quelle parole del Salmo (17, 46): «Figli estranei mi mentirono»; e questo è quanto si dice: e non andò. Domanda pertanto il Signore: Chi dei due ha fatto la volontà del padre? Gli dicono: Il primo. Vedi in che modo danno una sentenza per se stessi dicendo che il primo figlio fece la volontà del padre, cioè il popolo Gentile, poiché vale di più non promettere a Dio la giustizia e farla che prometterla e mentire.

Origene: Si può considerare che il Signore parlò in questa parabola a coloro che promettono poco o niente ma però manifestano con le proprie azioni, e contro quelli che promettono molto e non fanno niente di quanto promettono.

Dice loro Gesù: In verità vi dico che i pubblicani e le meretrici vi procederanno nel regno di Dio. Crisostomo: Io credo che nei pubblicani siano rappresentati tutti gli uomini peccatori e nella persona delle prostitute tutte le donne peccatrici: infatti l’avarizia abbonda negli uomini e la fornicazione nelle donne; la donna infatti sta sempre riposta nella casa, e la tormenta di più la fornicazione che nasce dall’oziosità. Però l’uomo, dato che è continuamente occupato in varie cose, suole cadere più facilmente nel peccato dell’avarizia. Invece nella fornicazione non cade con tanta facilità, a meno che non sia un temperamento molto lascivo. Infatti l’occupazione degli uomini suole contrariare la voluttuosità: per questo la lasciva è propria di uomini giovani che non si occupano di niente.

Girolamo: Alcuni credono che questa parabola non si riferisca ai Gentile e ai Giudei, ma semplicemente ai peccatori e ai giusti. Infatti quelli nelle loro cattive opere negarono di servire Dio, ma poi ricevettero da Giovanni il battesimo della penitenza. I Farisei invece, che portavano avanti la giustizia di Dio e si vantavano di compiere la legge, disprezzando il battesimo non compirono la volontà divina. 

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