Francisca Inés Valverde González nacque il 20 aprile 1888 a Vicálvaro, Madrid (Spagna), in una famiglia molto semplice.
Rimasta orfana Francisca viene educata in un orfanatrofio delle Figlie
della Carità, dove ricevette buona formazione cristiana e dove matura il
desiderio di consacrarsi a Dio.
Per la sua attitudine alla vita religiosa, nella primavera del 1910,
entra nella comunità di Sanlucar de Barrameda, del Pio Istituto
Calasanziano delle Figlie della Divina Pastora fondato a Sanlúcar de
Barrameda (Cádice), il 2 gennaio 1885, da San Faustino Míguez González.
Il giorno 28 agosto veste l’abito religioso e assume il nome di Victoria.
A Sanlucar pronunciò i suoi voti temporanei, il 16 settembre 1911, all’età di ventitré anni.
Dopo aver trascorso tre anni nella comunità di Monovar, in provincia di
Alicante, il 17 settembre 1916, fece la professione perpetua a Monforte
de Lemos, provincia di Lugo.
Nel 1917, anno della fondazione della casa di Martos, in provincia di
Jaén, suor Victoria è stata inviata nella nuova comunità. Nel 1922 è
nominata superiora della comunità di Martos.
Dopo il periodo in cui viene inviata quale superiora della comunità di
Sanlucar de Barrameda, nel 1931 ritorna definitivamente a Martos.
Cinque anni dopo quando nel 1936 la situazione causata dalla guerra
civile si complica sempre di più e numerosi religiosi vengono
perseguitati e le chiese bruciate o saccheggiate, suor Victoria concede a
due delle sue sorelle della sua comunità di riunirsi con le loro
famiglie. A Martos rimarranno solo tre suore: suor Victoria, suor Amparo
e suor Salesa Bagna.
Costrette a lasciare il convento, furono testimoni di come i miliziani
invasero l'intera casa e dissacrarono gli oggetti religiosi trovarono.
Lanciarono crocifisso che andò in vari pezzi presero altre immagini
sacre per distruggerle, e quello della Divina Pastora, dopo averlo rotto
in più parti, lo gettarono su un pilone che si trovava nella fontana di
Plaza Fuente Nueva. L'immagine del Bambino Gesù la trascinarono
attraverso diverse strade del paese fino a quando non fu distrutta. In
precedenza, le suore avevano già consumato le forme sacramentali
presenti nella cappella, per evitare così il supposto sacrilegio.
Ma la situazione peggiora sempre più tanto che in diverse occasioni consigliano suor Victoria di lasciare Martos. La risposta è sempre la stessa: “Finché c'è una religiosa io non me ne vado da Martos”. Inoltre alle sue consorelle diede queste istruzioni: “Se vi chiedono qualcosa, non rispondete a nulla, dite che tutta la responsabilità è della vostra superiora”.
Il 12 gennaio 1937, intorno alle otto del mattino, la milizia arresta suor Victoria e insieme ad altre religiose la conduce in carcere.
All'alba del 13 gennaio, suor Victoria insieme ad altre religiose è stata portata al cimitero di Las Casillas, vicino a Martos.
Sarà uccisa a colpi di fucile, aggrappata alla porta del cimitero.
Uno dei suoi carnefici voleva prendere l'anello della professione perpetua di suor Victoria, e visto il cadavere aveva le mani gonfie per rubarle l’anello, le tagliò il dito.
L'anello successivamente, è stato recuperato ed è conservato tra le reliquie custodite dall'Istituto.
La fama del martirio di suor Victoria Valverde Gonzalez e altri Servi di Dio si diffuse nella comunità ecclesiale e dopo i diversi processi, la Positio super martirio fu consegnata alla Santa Sede in data 28 gennaio del 2000.
Dopo che il pontefice Benedetto XVI, il 28 giugno 2012 autorizzò la Congregazione delle Cause dei Santi a pubblicare il Decreto super martyrio, suor Victoria Valverde Gonzalez è beatificata, durante il pontificato Papa Francesco, il 13 ottobre 2013 a Tarragona, in Catalogna.
Autore: Mauro Bonato
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